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Economia
Banche venete, non solo Npl. Padoan ha in mano un tesoretto da 1,2 mld

Vi è poi la quota in Cattolica Assicurazioni: in questo caso il multiplo è pari a circa 0,9 volte, a fronte di un patrimonio netto (a fine marzo) pari a 2.129 milioni, che vorrebbe dire un valore di 1.916 milioni per l’intera compagnia assicurativa (circa il 37% più dell’attuale capitalizzazione) e di circa 172 milioni per la quota ora in mano a Sga. Più delicata la questione riguardante il 40% posseduto in ciascuna delle trae joint-venture di bancassurance stipulate proprio con l’assicurazione veronese che qualche mese fa ha rescisso unilateralmente l’accordo avvalendosi della facoltà di cedere (a Bpvi) le proprie quote (il 60% di ciascuna joint-venture) per un controvalore di 186,1 milioni. Se Cattolica Assicurazione cambiasse idea, magari per poter poi stipulare un nuovo accordo di bancassurance con un altro partner (si è parlato nelle ultime settimane di Creval piuttosto che di Banco Bpm), Sga passerebbe all’incasso, altrimenti dovrebbe sobbarcarsi prima un ulteriore esborso e poi cercar di collocare il 100% delle tre società sul mercato.

In ogni caso con un patrimonio netto complessivo di poco meno di 123 milioni a fine 2016 le quote in questione varrebbero poco più di 49 milioni (per il 40%) ovvero 111 milioni (per il 100%), dunque molto meno di quanto Cattolica Assicurazione pretende per il suo 60%, cosa che come minimo dovrebbe portare a rinegoziare tale prezzo. Infine resterebbero da vendere il 70,8% di Farbanca e il 100% di Prestinuova, iscritte in bilancio rispettivamente a 43,9 e a 35 milioni di euro. Posto che la valutazione sia congrua si tratterebbe di una ulteriore ottantina di milioni. Pallottoliere alla mano, Sga può sperare di cedere il tutto (tra cui anche Bim Suisse, controllata elvetica di Banca Intermobiliare per cui è stata oggi prorogata fino a fine mese l’esclusiva concessa a Banca Zarattini per rilevare il 100% della società) per una cifra tra i 600 e i 1.200 milioni di euro. Una forchetta molto ampia, come si vede, indicativa del fatto che molto dipenderà dalla pazienza e abilità di coloro che saranno incaricati di trattare la vendita e dall’effettivo interesse dei potenziali acquirenti.

Se tutto andrà bene, tuttavia, Padoan potrebbe trovare oltre la metà degli 1,7 miliardi di euro che spera di ricavare dagli asset conferiti a Sga già cedendo queste partecipazioni. Quanto ai 18 miliardi nominali di sofferenze, se queste fossero in gran parte “unsecured” varrebbero, a prezzi di mercato, tra il 5% e il 10% del valore nominale, ossia tra 900 milioni e 1,8 miliardi. Nell’ipotesi peggiore Sga dovrebbe incassare dunque non meno di 1,5 miliardi complessivi, ma vi è la possibilità che la cifra salga fino a 3 miliardi. Padoan tirerebbe un sospiro di sollievo, i contribuenti italiani pure.

Luca Spoldi

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