Economia
Pensioni, aumenti e rivalutazioni 2023: ecco come calcolare l'assegno
L'Inps ha recepito l'aumento dell'8,1% dovuto all'inflazione sul 2022
Il sistema retributivo si basa sul numero di anni di contribuzione unito alla media delle retribuzioni lorde aggiornate e riferite agli ultimi anni di lavoro. L'assegno è pare al 2% del reddito pensionabile per ogni anno di contribuzione. Con 25 anni di contributi si riceve il 50% della media degli ultimi stipendi. La percentuale sale poi al 70 e 80% rispettivamente con 35 e 40 anni di contributi.
La rendita è invece costituita rispettiva da:
- Quota A: l'importo relativo alle anzianità contribuitive maturate fino al 31 dicembre 1992
- Quota B: l'importo relativo alle anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 2011 per chi ha almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre o fino al 31 dicembre 1995 per chi ha 18 anni di contributi entro tale data
Per la lavoratori dipendenti la base pensionabile della quota A è pari alla media degli stipendi degli ultimi 5 anni che precedono la decorrenza della pensione. Per la quota B invece è parti alla media annua delle retribuzioni degli ultimi 10 anni se il lavoratore è in possesso di almeno 15 anni di contributi al 31 dicembre 1992 o alla media degli ultimi 5 anni di retribuzioni anteriori al 1993 più qulle percepite dal 1° gennaio 1993 alla decorrenza della pensione se si hanno 15 anni di contributi entro tale data.
Gli assegni tengono conto della rivalutazione per l'inflazione pari all'8,1% ed escludendo l'anno di decorrenza e quello imeddiatamente precedente. Per chi ha uno stipendio di 30mila euro nel 2010 la sua pensione vale 36.390 euro per la quota A e 40.734 euro per la quota B.
Per le pensioni con decorrenza nel 2012 si deve considerare anche una quota C che si rifersice all'anzianitàa acquisita dopo il 31 dicembre 2011 per chi aveva 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995.