Economia

Per l'Abi Covid ormai alle spalle. Ma sbaglia stime e i ricavi rischiano il ko

di Andrea Deugeni

Il business della controllata Abiservizi che si occupa di servizi come l'editoria, la formazione e l'organizzazione di eventi per le banche italiane

Chissà se in Abi sono riusciti a raddrizzare il business di Abiservizi, la Spa controllata al 100% dall’associazione che rappresenta gli istituti di credito italiani guidata da Antonio Patuelli e che si occupa di servizi come l'editoria, la formazione e l'organizzazione di eventi per Piazza del Gesù. Un autentico gioiellino che macina circa 18 milioni di euro di fatturato l’anno e che nel 2020 per l’esplosione dell’epidemia di coronavirus rischia di veder compromessa gran parte dei ricavi per l’impossibilità di svolgere le attività in presenza da rimpiazzare, almeno per quanto riguarda la formazione (perché per l’attività congressuale non resterà che accedere ai fondi del decreto Ristori), con l’implementazione dell’e-learning.

Compromessa, se non altro perché a fine aprile nella stessa relazione sulla gestione che accompagna il bilancio 2019 e di cui Affaritaliani.it ha preso visione, in Abi non si aspettavano la seconda ondata di Covid. Proprio così. Nell'approvare il bilancio, infatti l’associazione bancaria indicava come poco probabile il ritorno dell’epidemia nel secondo semestre. Uno shock per il core-business che se non anticipato a dovere e per tempo rischia invece di sortire un effetto ferale sui ricavi. 

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“L’impatto della pandemia Covid-19 è stimabile in base a due scenari, una prima ipotesi, al momento più realistica, prevede che l’emergenza cessi nel primo semestre del 2020, una seconda ipotesi, più pessimista, presume che le problematiche sanitarie caratterizzino tutto l’esercizio con l’impossibilità di erogare formazione in presenza e organizzare eventi”, scrive Abiservizi (è presieduta dal vice direttore generale dell'Abi Gianfranco Torriero) il 27 aprile a pagina 15 nell’analizzare l’evoluzione prevedibile della gestione per quest'anno

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Analisi che prosegue: “Nel primo caso, l’impatto sul business presenterebbe una contrazione contenuta grazie al riposizionamento dei convegni organizzati dalla società nella seconda parte dell’esercizio e all’impiego nel primo semestre di tutta la forza commerciale nell’offerta dei prodotti di e-learning realizzati nel 2019. Nel secondo caso, viceversa, l’impatto sarebbe rilevante e richiederebbe una serie di complesse azioni, per mitigare lo scenario avverso, basate sul consolidamento dell’interfunzionalità tra le diverse Unità Organizzative (Divisione bancaria editrice, Funzione Abieventi e Dvisione Progetti Speciali, ndr), sull’allocazione delle risorse sui servizi maggiormente appetibili dal mercato alla luce del contesto di riferimento e, soprattutto, sullo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche per favorire la formazione a distanza”. 

Insomma, nel secondo semestre, a differenza di quanto atteso a fine aprile a Piazza del Gesù, si è verificato lo scenario più avverso, worst case da affrontare in primis attraverso il ricorso forsennato ai canali digitali da remoto. Ce l’avranno fatta in Abi a raddrizzare il business salvando il risultato di fine anno, bilancio che nel 2019 si è chiuso in utile per oltre mezzo milione di euro?

Com'è che si dice? Il primo passo per risolvere il problema è esserne consapevoli. Viste le premesse, speriamo che la  nuova recrudescenza dell'epidemia non abbia colto tutti impreparati in Abi. 

@andreadeugeni