Economia
Pesenti in uscita da Harmount&Blaine.La mappa dell'impero Clessidra da 1,8 mld
Pesenti: dopo l’addio al cemento investimenti nel Made in Italy e in Europa
Rinnovo del portafoglio in corso in casa Clessidra Sgr, principale gestore di fondi di private equity italiano fondato nel 2003 dallo scomparso Claudio Sposito, il cui 99% (l’1% è rimasto alla vedova di Sposito, Manuela del Castillo) è passato nel maggio 2016 alla Italmobiliare della famiglia Pesenti.
Clessidra in questi 15 anni ha già completato 21 operazioni con investimenti aggregati di oltre 18 miliardi di euro a livello di enterprise value, ossia di valutazione delle partecipate, e 1,8 miliardi di equity (ossia di investimenti effettuati per acquisire le partecipazioni al capitale sociale), con un investimento medio in termini di equity pari a 87 milioni a operazione. Oltre a queste, sono state effettuate anche 17 operazioni di add-on (acquisizione di ulteriori aziende da parte di società già partecipate) condotte da società presenti nel portafoglio di Clessidra.
I Pesenti, del resto, dopo la cessione del business storico del cemento ai tedeschi di HeidelbergCement, avvenuta sempre a cavallo tra la primavera e l’estate 2016 (la partecipazione del 45% in Italmobiliare venne pagata 1,666 miliardi di euro, di cui 877 milioni in contanti e 788 milioni tramite l’assegnazione di azioni pari a circa il 5,3% di HeidelbergCement), si erano ritrovati con 700 milioni da investire direttamente o tramite Clessidra, con due diversi focus.
Mentre Clessidra ha continuato a puntare su piccole e medie aziende italiane, la holding dei Pesenti ha messo nel mirino gruppi di matrice europea di maggiori dimensioni. Italcementi in questi ultimi due anni ha ceduto la controllata BravoSolution, attiva nell’eProcurement (acquisizione di beni e servizi tramite il web) e le sue filiali a Jaggaer (gruppo Accel-KKR) sulla base di una valutazione di circa 184 milioni di euro, reinvestendo contemporanemente circa 35 milioni di euro in Jaggaer stessa rilevandone una quota di circa il 9,5%. Poi ha rilevato il 40% del gruppo di calzature Tecnica Group dalla famiglia Zanatta con un impegno finanziario di 60 milioni, e in queste settimane ha concluso un accordo per rilevare il 60% di Caffè Borbone da Massimo Renda per 140 milioni ai primi di maggio.
Clessidra Sgr, dal canto suo, ha visto transitare nel suo portafoglio di partecipazioni aziende come Buccellati (partecipata tra il 2013 e il 2017), Moby (tra il 2006 e il 2015), Anima (dal 2009 al 2015) Camfin (dal 2013 al 2014), il Gruppo Preziosi (dal 2008 al 2015), il Gruppo Cerved (dal 2009 al 2013), Sirti (dal 2004 al 2015) e Sisal (dal 2005 al 2016) solo per citarne alcuni tra i più noti. Operazioni per la maggior parte condotte con un’ottica d’investimento di medio-lungo termine, che hanno coinvolto società del “Made in Italy”, spesso familiari, operanti in settori frammentati.
Tra gli investimenti ancora in portafoglio vi sono Roberto Cavalli, Harmont & Blaine e Nexi (l’ex CartaSi), alle quali si è di recente aggiunta Scrigno, il gruppo riminese fondato circa 30 anni or sono da Giuseppe Berardi, specializzato nella produzione e commercializzazione di controtelai per porte e finestre scorrevoli a scomparsa e di porte blindate. Quest’ultima operazione rappresenta un investimento da circa 100 milioni (a fronte dei 68 milioni di fatturato di Scrigno nel 2017) e potrebbe essere seguita a breve da un nuovo disinvestimento, quello da Harmont & Blaine.
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