Economia
Recovery, cabina regia senza sx e M5s. Con Draghi solo tecnici e ministri cdx
Già consegnato a Bruxelles lo schema della nuova governance, in Cdm arriverà solo in settimana. Ma tutto è già stato concordato con l'Ue
Recovery, cabina regia senza sx e M5s. Con Draghi solo tecnici e ministri cdx
A giorni l’Italia avrà l’atteso decreto sulla governance del Recovery Fund. La cabina di regia da cui passeranno i 220 miliardi provenienti dall'Europa. Arriverà in Consiglio dei ministri in settimana insieme al contestatissimo decreto sulle semplificazioni, ma le forze politiche non hanno ancora visto il testo. Mario Draghi - si legge sul Fatto Quotidiano - sarà in cima a tutto, poi i ministri tecnici, voluti da lui e benedetti dal Quirinale, infine qualche pezzo di centrodestra. La catena di comando del Piano nazionale di ripresa (Pnrr) che si sta delineando è il trionfo della tecnica sulla politica, intesa come partiti. Ieri la riunione con diversi ministri, che è durata meno di un’ora e i presenti non hanno avuto più che uno schema. Ne sanno di più a Bruxelles, visto che una bozza sarebbe stata condivisa con la Commissione europea già nello scorso fine se ttimana. Lo schema, in sintesi, è articolato su tre livelli: uno politico, con cabina di regia a Palazzo Chigi e direzione generale al Tesoro (dove nascerà una struttura ad hoc) e uno tecnico, con una segreteria presso la presidenza del Consiglio a supporto della cabina di regia.
La presiederà - prosegue il Fatto - il premier e l’idea è che sia a “composizione variabile ”, cioè di volta in volta composta dai ministri coinvolti in base ai progetti e ai capitoli di spesa relativi. Problema: i tre quarti delle risorse del Pnrr coinvolge i ministri tecnici (Colao e Cingolani, ma anche Enrico Giovannini per le Infrastrutture e i Trasporti, Marta Cartabia per la Giustizia, Maria Cristina Messa per la Ricerca), a diretto riporto del premier. Un peso lo avranno, e non poteva essere altrimenti, anche la P.A. in mano al forzista Renato Brunetta e lo Sviluppo economico del leghista Giancarlo Giorgetti. Insomma, soprattutto tecnici e pezzi di centrodestra.