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Economia
Renault, manette anche per la moglie di Ghosn. Ora è in Libano con l'ex Ceo
LaPresse

Mandato d'arresto per Carole Ghosn, sospettata di "falsa testimonianza" nell'ambito dell'inchiesta sul marito Carlos Ghosn. La Giustizia giapponese fa scattare le manette anche per la compagna dell’ ex presidente di Renault e Nissan fuggito in Libano mentre era in libertà condizionata in Giappone, in attesa del processo.  Secondo un comunicato della Procura di Tokyo, Carole Ghosn è sospettata di aver rilasciato dichiarazioni false dinanzi alla Giustizia giapponese nell'aprile 2019, quando le fu chiesto di presunte riunioni con una persona il cui nome non e' stato rivelato.

La signora Ghosn è stata sempre in prima linea nella difesa del marito, arrestato a novembre 2018 in Giappone. Dopo 130 giorni di prigione, Carlos Ghosn era stato rilasciato su cauzione alla fine di aprile, ma gli era proibito vedere o contattare sua moglie. Questo divieto è stato visto dalla difesa di Ghosn come una "punizione" per demoralizzarlo, mentre l'accusa sospettava che la signora Ghosn avesse contatti con alcuni protagonisti del caso. Una presenza discreta e costante, considerata da molti come la 'mente' della rocambolesca fuga del marito, Carole Ghosn non potra' tornare in Giappone.

E' sospettata di false dichiarazioni nell'aprile scorso, quando venne interrogata in tribunale sui suoi possibili incontri con una persona il cui nome non e' stato menzionato. I piu' sono abituati a vederla a fianco di Carlos in occasioni super mondane, come il Festival di Cannes e il Carnevale di Rio, non come una fuggitiva. Tant'è. Ora - dopo diversi mesi di separazione - si trova in Libano, finalmente assieme al marito in una casa con una sorveglianza privata. Non era con lui a bordo del jet privato con il quale Ghosn il 30 dicembre e' fuggito a Beirut, e tantomeno quando venne arrestato nel novembre 2018.

Allora, le venne precluso qualsiasi contatto con lui: armata di santa pazienza, e profondamente caparbia, fece il diavolo a quattro. Si rivolse all'associazione dei diritti umani, alle Nazioni Unite e perfino a Macron e a Trump per perorare la causa del marito. Non poteva nemmeno fargli visita in prigione. Ma l'elegante donna dai lunghi capelli biondi - 53 anni, libanese - era invece presente quando l'uomo d'affari venne rilasciato su cauzione per la prima volta all'inizio di marzo. Secondo un'amica della coppia, i due "cercavano di vivere piu' o meno normalmente, di fare passeggiate, di mangiare bene". La tregua pero' fu di breve durata.

L'ex amministratore delegato venne nuovamente arrestato il 4 aprile. Fu un'esperienza, quella, particolarmente scioccante per la moglie: i procuratori arrivarono a casa loro a Tokyo all'alba. "Sono stata perquisita piu' volte e una donna mi ha seguito nella doccia e nel bagno. Mi sono sentita umiliata", confido' Carole alla stampa francese. Alla fine di aprile, poi Ghosn venne rilasciato su cauzione per la seconda volta. A Tokyo, agli arresti domiciliari, non gli fu permesso vedere o contattare la moglie.

La coppia ha potuto parlare tra di loro in videoconferenza soltanto a novembre. Una conversazione durata un'ora e in cui non si potevano toccare argomenti non autorizzati da un giudice giapponese. Nata nel 1966 a Beirut, Carole ha la cittadinanza americana (oltre che libanese): e' al suo secondo matrimonio, ha tre figli dalle sue prime nozze. Laureata in scienze politiche, ha creato alla fine degli anni 2000, con il suo nome di allora, Carole Marshi, un marchio di caftani di lusso, 'Calm'.

Questa figura influente ma discreta della moda newyorkese e' coinvolta anche in progetti culturali e filantropici, come l'associazione SEAL fondata dai membri della diaspora libanese negli Stati Uniti. La sua prima apparizione in pubblico con Carlos Ghosn risale al 2013. I due si sposeranno in una cerimonia sfarzosissima nell'ottobre 2016, al Grand Trianon della Reggia di Versailles. Il loro tenore di vita e' messo sotto accusa dalla giustizia nipponica, che ha incriminato Carlos per vari reati finanziari e fiscali.

Dopo la fuga del marito dal Giappone, Carole Ghosn ha smentito le voci secondo cui l'uomo d'affari sarebbe stato nascosto in una valigia, come quelle utilizzate per il trasporto di strumenti musicali. "E' una pura finzione", ha detto. Si sta indagando ora sul suo ruolo nell'ambito della fuga di Carlos, dai dettagli ancora poco chiari. Quel che e' certo e' che, sia lei o no l'artefice dell'operazione, ora ha finalmente trovato pace. In un SMS al Wall Street Journal, ha descritto il suo ricongiungimento con il marito come "il piu' grande dono della vita".

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