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Economia
Settimo forum della meritocrazia, Origlia: "Italia indietro, intervenire"
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Settimo forum della meritocrazia, Origlia: "Italia indietro, intervenire"

Il 30 gennaio alla Cattolica di Milano è stato presentato un report del Forum della meritocrazia. Con esso si è cercato di mettere a fuoco la situazione italiana ed europea rispetto ad alcuni pilastri fondamentali per la crescita di un paese da un punto di vista economico e sociale. Purtroppo la situazione italiana appare una delle più difficili, e questo per vari motivi. Nell'intervista con la presidente del Forum, Maria Cristina Origlia, si è cercato di capire meglio il report e le possibili iniziative per migliorare la situazione nazionale. 

Origlia, si è appena conclusa la VII Giornata nazionale del Merito. Ci può raccontare di cosa si tratta?
La Giornata nazionale del Merito è un appuntamento annuale, promosso dal Forum della Meritocrazia, per fare il punto della situazione dello stato di salute del Merito in Italia e in Europa, partendo dai numeri. Obiettivo dell’appuntamento di questa settima edizione era coinvolgere i diversi stakeholder intorno all'urgenza di promuovere un cambio di passo: investire, a partire dal sistema educativo, sulla talentuosità diffusa e avere il coraggio di valorizzarla, attraverso processi di selezione e valutazione equi, trasparenti e basati sulle competenze è una condizione imprescindibile per invertire il declino in atto. Basti pensare che dal 1995 al 2023, la quota dell'economia italiana nella Ue a 27 è crollata del 26% e del 21% tra i 20 paesi dell'euro, che oggi il 9,7% della popolazione si trova in una situazione di povertà assoluta e la povertà relativa, che limita l'accesso alle opportunità, è in ascesa, in un quadro demografico a dir poco preoccupante.

Quali sono gli aspetti principali che la vostra ricerca prende in considerazione?
Le nostre analisi si basano sul Meritometro, l'indicatore scientifico che il Forum della Meritocrazia ha messo a punto nel 2015, in partnership con l'università Cattolica. Si tratta del primo indicatore quantitativo, interamente elaborato in Italia, di sintesi e misurazione dello “stato del merito” in un paese, con possibilità di raffronto a livello europeo e aggiornamento periodico dei dati, che non ha simili in letteratura, né tanto meno nelle statistiche delle principali istituzioni di ricerca socio-economica internazionali. Si basa sulla misurazione di sette pilastri, che descrivono le componenti essenziali di un sistema sociale ed economico orientato al merito: Libertà, Pari Opportunità, Qualità del sistema educativo, Attrattività per i talenti, Regole, Trasparenza, Mobilità. Dal 2015 misuriamo i 12 paesi europei, Italia compresa.

La situazione italiana qual è?
I risultati dell'ultima rilevazione (dati 2023) ci restituiscono l'istantanea di un'Italia che, con un punteggio di 26,39/100, si conferma ultima nel ranking europeo e nei singoli pilastri ad eccezione della trasparenza, che ci vede penultimi (prima della Polonia), dell’attrattività e della mobilità (ultimi con la Polonia). Il distacco con il penultimo paese in classifica, la Spagna, è di oltre 9 punti e di ben 41 dalla prima, la Finlandia, e di ben 23 dalla Germania, che si trova a metà classifica.  Ma, al di là' della rilevazione annuale, è l'andamento a preoccupare: dal 2015 ad oggi il valore del Meritometro per l’Italia è aumentato di soli 3 punti percentuali. Siamo sostanzialmente in stagnazione. E, infatti, anche i pilastri su cui abbiamo performato meglio nel 2023 - pari opportunità, qualità del sistema educativo e trasparenza – sono molto lontani dalla media europea.

Perché secondo lei l'Italia ha queste difficoltà e come si può fare per superarle in modo significativo?
Ci sono ragioni storiche per cui la cultura liberale è stata soppiantata da ideologie convinte che il principio dell'egualitarismo (di cui il movimento del '68 con il suo 18 politico ha segnato l'apice) potesse portare uguaglianza di opportunità alla popolazione. Non é così, come dimostra il blocco della mobilità sociale da almeno 20 anni. Sono, invece, i principi di un ecosistema meritocratico equo e trasparente ad offrire alle persone, indipendentemente dalle condizioni di origine, la possibilità di costruirsi un futuro grazie ai loro merito, ovvero alla capacità di mettere a frutto le loro attitudini attraverso lo studio, scelte ambiziose, impegno professionale, ecc. Affinché questo possa avvenire, oltre a garantire pari accesso all'istruzione di qualità primaria e secondaria a tutti, è necessario rinnovare i processi di selezione e valutazione delle persone, mettendo al centro le competenze e l'etica dei comportamenti.






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