Economia
Smart working: fine di un'epoca, dal primo aprile stop al lavoro da casa
Aziende restie a nuovi accordi con i lavoratori
Lavoro, termina l'era dello smart working
Dal primo aprile, le misure emergenziali di smart working saranno interrotte e si tornerà agli accordi aziendali. Questa decisione è stata presa in seguito al rigetto dell'emendamento al cosiddetto milleproroghe, che avrebbe esteso il diritto allo smart working per persone con minori di 14 anni a carico e per lavoratori fragili oltre il 31 marzo, termine delle misure di emergenza. Questo significa che sarà necessario stipulare un accordo con l'azienda, come previsto dalla legge 81 del 2017, ma la gran parte delle aziende, escluse le grandi società come Luxottica e IntesaSanpaolo, sono restie ad accordi interni con i lavoratori.
Come scrive il sito Wired, l'accordo aziendale dovrà contenere diverse specifiche, tra cui la durata, le modalità di alternanza, i luoghi esclusi per lo svolgimento dello smart working, gli aspetti relativi alla condotta del dipendente, le modalità di controllo della prestazione fuori dai locali aziendali, e molto altro. Una volta firmato l'accordo, i datori di lavoro privati dovranno comunicare al Ministero del Lavoro l'inizio del periodo di smart working entro 5 giorni, mentre per i dirigenti del settore pubblico il termine sarà entro il 20 del mese successivo.
L'Osservatorio smart working del Politecnico di Milano ha sottolineato come i "modelli di smart working maturi" portino a prestazioni migliori e un impatto positivo sul benessere delle persone. Tuttavia, l'iniziativa individuale rischia di creare disuguaglianze e criticità. Anche il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha emesso una direttiva per garantire lo smart working per lavoratori fragili del settore pubblico, ma senza definire veri diritti per i dipendenti.
In questo contesto, è importante lavorare verso un sistema omogeneo che garantisca standard minimi di accesso allo smart working per tutti i lavoratori, riducendo le disuguaglianze e garantendo un trattamento equo e trasparente.