Economia
Smartphone, nel 2018 in retromarcia. Ora il riscatto. Le novità del mercato
Samsung pronta a lanciare il primo smartphone pieghevole, Google prepara un dispositivo economico, Huawei è nell’occhio del ciclone
Il 2019 sarà l’anno in cui il mercato degli smartphone tornerà a crescere? La domanda è legittima ma la risposta dipende in gran parte dal successo e dalla rapidità di adozione di una tecnologia che ad oggi ancora non esiste, il 5G. In vista del cui lancio, peraltro, quasi tutte le case produttrici sono tornate a proporre novità tecnologiche significative dopo anni di “ritocchi” e smartphone a tavoletta tutti uguali.
Questo lo scenario con cui si aprirà lunedì il Mobile World Congress, anche se va precisato che nei negozi dovremo ancora attendere da qui all’anno prossimo prima di vedere la piena diffusione di telefonini pieghevoli o di nuove applicazioni con cui il 5G collegherà letteralmente miliardi di “oggetti” ad internet, non solo in modo più veloce del 4G, ma anche con ampia copertura, a basso costo e con bassi consumi di energia, anche in presenza di collegamenti molto sporadici.
Di che numeri stiamo parlando? Si calcola che tra quest’anno e il 2022 si registreranno 22 miliardi di nuovi “oggetti” collegati all’internet delle cose grazie ai 20 gigabit per secondo garantiti dal 5G (una velocità quasi 100 volte maggiore del 4G), il che significa anche milioni di nuovi utenti rispetto agli attuali: si stima infatti ne arriveranno altri 621 su internet sempre entro il 2022, anno entro il quale dovrebbero aversi parimenti 605 milioni di nuove sottoscrizioni a servizi di telefonia mobile.
Un quadro rivoluzionario, tanto più se confrontato con l’anno appena passato. Nel 2018 l’industria degli smartphone, pur abituata a una certa variabilità da un trimestre all’altro, ha infatti registrato il primo calo su base annua della sua storia, chiudendo a -5% anziché in crescita rispetto al 2017 (e la Cina ha fatto ancora peggio, segnando un calo dell’11%, il secondo risultato annuo in rosso consecutivo), a testimonianza di un mercato ormai saturo in cui i possessori di almeno una carta Sim ha ormai superato il muro dei 5 miliardi ed è visto salire sopra i 6 miliardi entro il 2025, con tassi di penetrazione del 79% in tutti cinque principali paesi europei (Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Francia) rispetto al 66% medio mondiale.
Un mercato che ha bisogno di una rottura degli schemi che non può che passare da un’innovazione spinta anche sul fronte dell’intelligenza artificiale (per quanto per ora applicata solo al riconoscimento automatico degli oggetti quando si scatta una foto) ed in effetti tale appare essere il primo esemplare in assoluto di smartphone pieghevole, il Galaxy Ford di Samsung (che come Apple ha dovuto emettere un “profit warning” tagliando le proprie stime sui risultati dell’anno), dovrebbe uscire a maggio con schermi tra i 4,5 e i 7,3 pollici ad un prezzo attorno ai 2 mila euro.
Ad un prezzo simile non sono previste vendite in quantità significative come quelle che potrebbero invece toccare al nuovo modello di smartphone che Google dovrebbe rilasciare entro l’anno e che promette di essere decisamente più economico dei modelli attualmente in vendita. Tornando alle reti 5G, che si distingueranno per la capacità di trasmettere dati praticamente senza lag, esse consentiranno a vari dispositivi di diventare gateway per la raccolta dei dati.
In sostanza altoparlanti intelligenti, smartwatch, automobili ed oggetti elettronici vari potrebbero servire come canali per raccogliere una grande quantità di dati dei consumatori. Lo smartphone è tuttavia destinato a rimanere il “re” della raccolta di informazioni. Circa il 70% degli utenti li utilizza più di due ore al giorno, secondo le analisi di Mobile Marketing Data Labo e sempre più spesso lo smartphone è un oggetto in grado anche di fornire dati su pagamento elettronici e geolocalizzazione dell’utente. Così tanti dati fanno naturalmente sorgere non pochi problemi e dubbi riguardo la sicurezza nella loro gestione: la cinese Huawei, dopo 20 miliardi di dollari di investimenti, è diventata il leader mondiale del 5G scavalcando Apple come secondo produttore mondiale di smartphone dopo Samsung. Ma l’amministrazione Trump la accusa di aver agito da “cavallo di Troia” sei servizi segreti di Pechino, da qui la richiesta pressante di Trump per la messa al bando totale delle reti di Huawei.
Una richiesta che secondo la Gsma (l’associazione degli operatori mobili globali) è sbagliata e causerebbe un grave danno per le aziende di telecomunicazioni europee, perché la mossa americana peserebbe sulla catena di rifornimento globale dei componenti, alzando i costi e mettendo a rischio gli investimenti fatti per il 5G. Semmai, propone Gsma, occorre invece istituire nuovi sistemi di test per le reti che garantiscano l’adesione ai più alti standard di cybersecurity. Non è convinto di questa “soluzione” il Ceo di Ericsson, Börje Ekholm: “Il problema non è la mancanza di frequenze - ha spiegato senza giri di parole - ma le poche aste, i costi e le normative che bloccano il progresso”. Quando si parla di 5G, ha concluso Ekholm, “la sicurezza non è una componente aggiuntiva, ma deve essere integrata sin dall’inizio” e non a posteriori in base ai risultati di onerosi test di sicurezza.
Sullo sfondo, ma non troppo, restano altre soluzioni meno onerose per gli utenti, come quelle dei telefoni ricondizionati: dispositivi di seconda mano completamente ricondizionati da società specializzate che poi li rivendono di nuovo in garanzia ma con uno sconto tra il 10% e il 60% rispetto ai modelli originali. Un mercato, quello dei telefoni ricondizionati, che gli esperti si attendano possa crescere ad un ritmo del 20% nei prossimi cinque anni, cifra che da molti anni il mercato degli smartphone originali non registra. Chi avrà ragione tra i sostenitori dell’opzione high-tech, i profeti del 5G e gli ambasciatori dei cellulari a basso costo, lo sapremo nei prossimi trimestri.