Economia
Spread, continua la normalizzazione. La Borsa lima le perdite col Conte-bis
Prosegue la normalizzazione dello spread fra i Btp decennali e i Bund tedeschi di pari durata grazie all’ottimismo nei confronti di una soluzione della crisi politica italiana che vedrà il nascere di un governo M5S-Pd europeista e quindi con meno minacce per la sostenibilità del debito pubblico italiano. Sul mercato secondario, gli acquisti di Btp hanno portato il differenziale a 175 punti base (dopo un avvio stabile poco sopra 183 punti base) che, dall'1,13% segnato in apertura di negoziazioni, scende a un soffio dalla soglia dell'1% attestandosi a quota 1,03%, poco al di sotto dell'1,05% di maggio 2015.
Il Tesoro si è giovato della rinnovata fiducia degli investitori sugli asset italiani piazzando 6 miliardi di Buoni a 6 mesi scadenza 28/02/2020 spuntando un rendimento pari a -0,217%, in flessione di 1 centesimo rispetto all'asta del mese precedente. Buona la domanda che si è attestata a 8,01 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,33. Sull’azionario, l'ormai imminente Conte-bis fa limitare le perdite, rispetto agli altri listini europei, a Piazza Affari.
Milano, dunque, confortata dalla prospettiva di un Governo europeista e con le elezioni che si allontanano, ha chiuso esattamente sulla parita' mentre Londra archivia la giornata in positivo sulla scia del crollo della sterlina: aumentano i timori per una hard Brexit dopo che il primo ministro Boris Johnson ha chiesto e ottenuto dalla Regina la sospensione del Parlamento per un mese.
A Piazza Affari il calo dello spread favorisce il settore bancario con Intesa Sanpaolo (+1%) e Unicredit (+1,7%) in prima fila. Bene anche i petroliferi grazie al balzo del greggio (+3% il Wti a 56,5 dollari dopo il calo oltre le attese delle scorte Usa): Saipem ed Eni recuperano rispettivamente l'1,3% e lo 0,7%.
La migliore dell'Ftse Mib e' Leonardo, +4% spinta dall'overweight di Morgan Stanley mentre in coda spiccano Recordati (-2,5%), Buzzi (-2,7%) e la Juventus (-2,7%). Sul resto del listino la peggiore e' Italian Exhibition Group (-7,1%) dopo l'uscita a sorpresa dell'ad Ugo Ravanelli. Infine, sul valutario, l'euro chiude a 1,107 dollari (da 1,1088 dollari ieri) e 117,32 yen (da 117,374), mentre il dollaro-yen e' pari a 105,88 (da 106,021).
Andamento contrastato per i listini europei, comunque penalizzati dalle persistenti tensioni commerciali Usa-Cina e dall'inversione della curva dei rendimenti americani mentre dalla congiuntura del Vecchio Continente continuano ad arrivare segnali di rallentamento. Se Milano chiude invariata grazie al calo record dello spread e Londra a +0,35% sullo scivolone della sterlina, Parigi e Francoforte archiviano la giornata rispettivamente a -0,34% e -0,25% dopo avere toccato anche passivi superiori all'1%.
A Piazza Affari, Leonardo chiude in rialzo del 4% grazie alla spinta di Morgan Stanley che ha inserito il titolo tra le proprie top pick poiche' ritiene che l'inversione di rotta sia solo a meta' percorso e che il gruppo della difesa potra' ulteriormente accelerare sulla generazione di cassa. Tra i bancari spicca Unicredit (+1,7%) grazie alle indiscrezioni su una cessione della turca Yapi Kredi. In coda al listino di Milano invece c'e' la Juventus che prosegue nella fase di ribasso delle ultime sedute dopo che aveva avvicinato i massimi storici: la finestra del calciomercato e' sempre piu' stretta e diminuisce la possibilita' di alcune cessioni eccellenti che potrebbero alleggerire il monte ingaggi del club.