Spread, Cottarelli ad Affaritaliani.it: "Ecco perché sale". L'analisi
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Torna a correre per la seconda seduta consecutiva sul mercato secondario il differenziale fra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, differenziale che ha chiuso a quota 254 punti, con il rendimento del decennale al 2,95%, dopo aver toccato però in giornata un massimo di 270 punti. Cosa sta succedendo allo spread, rispetto alla nuova normalità (prima delle elezioni viaggiava a quota 140 punti base circa, per attestarsi poi intorno a 230)? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Carlo Cottarelli, ex dirigente del Fmi e commissario straordinario per la Spending review e ora direttore dell'Osservatorio Conti Pubblici dell'Università Cattolica di Milano.
Dopo un'apertura in rialzo a 255 punti, lo spread tra i Btp italiani e Bund tedeschi è schizzato a oltre 270 punti, per poi ripiegare sotto quota 260. Cosa sta succedendo sui titoli del debito nelle ultime due sedute?
"Agosto è un mese in cui i mercati finanziari sono molto sottili. Ciò significa che bastano pochi movimenti degli operatori per far cambiare prezzi e rendimenti. Per il momento, quindi, non mi preoccuperei, sperando però che il differenziale fra i Btp decennali e i Bund di pari scadenza non continui ad allargarsi. In generale, i mercati sono preoccupati per il fatto che non si conoscono ancora quali saranno le politiche del governo Conte in termini di finanza pubblica. Non sono stati fissati per il prossimo anno nè gli obiettivi nè le misure di politica economica. E' un problema".
Perché?
"Il governo M5S-Lega si è formato alla fine di maggio. Forse, si poteva iniziare prima a definire almeno gli elementi principali della legge di Stabilità per il 2019. Fondamentalmente il Def non c'è stato e un documento poteva essere elaborato a fine giugno. Aspettare ora fino a settembre crea incertezza. Se poi si iniziano ad annunciare misure non gradite ai mercati, lo stato delle cose può anche peggiorare. Certo è che l'incertezza non aiuta".
Facendo i conti in tasca all'esecutivo, per la prossima manovra si parte da una base 22 miliardi di euro così ripartiti: circa 12,4 miliardi serviranno per gli interventi volti a bloccare l'aumento dell'Iva, altri 3,5 miliardi per le spese indifferibilie, circa 4 miliardi per la spesa aggiuntiva per gli interessi sul debito pubblico (spread) mentre i restanti 2,5 miliardi saranno destinati a probabili ricadute sul deficit della minore crescita economica. Gli spazi per le misure promesse in campagna elettorale sono risicati...
"Togliamo dal computo complessivo i 12,4 miliardi per le clausole di salvaguardia che serviranno soltanto per ridurre il deficit che, come ha fatto capire il governo, non verrà ridotto. Si partirà da un rapporto del deficit/Pil dell'1,6-1,8%".
Le altre risorse, però, vanno reperite...
"Fra quelle indifferibili, alcune spese potranno essere differite. L'Italia, ad esempio, potrebbe dire che interromperà parte delle missioni all'estero. Per quanto riguarda poi i 2,5 miliardi di mancanza di gettito per la minore crescita, c'è da dire che gli obiettivi europei sono fissati al netto e corretti per la crescita. I soldi effettivamente da trovare, dunque, saranno quelli per la maggiore spesa per interessi che, se lo spread continuerà ad aumentare nei prossimi mesi, saranno di più di 4 miliardi di euro e quelli per alcune delle iniziative inserite nel contratto di governo. A questo punto, con tutto ciò che hanno promesso agli elettori, mi sembra difficile che Lega o M5S non mettano niente in manovra. Un po' di spazio in manovra ci sarà se si rinuncia a mettere a posto i conti pubblici".
Ciò è pericoloso per l'Italia: a che rischio ci espone?
"In un periodo in cui, anche se non tanto, il nostro Paese cresce è necessario far scendere il decifit, perché altrimenti l'Italia rimane esposta a qualunque shock che la colpisca. Shock, oltretutto, che può essere generato anche con degli annunci sbagliati o anche mantenendo elevato il livello d'incertezza su quello che sarà il futuro".
E' per questo, secondo lei, che il governo Conte ha tenuto un vertice ristretto stamane a Palazzo Chigi proprio sulla legge di Stabiltà che arriverà in autunno?
"Sì, staremo poi a vedere se verrà annunciato qualcosa o se l'esecutivo attenderà settembre. Lo spread va fermato presto, perché è soggetto al meccanismo delle aspettative. Se parte al rialzo, è difficile poi stopparlo. Un mondo per calmierarlo sarebbe fare delle chiare dichiarazioni su quelli che sono gli intenti di Palazzo Chigi. Intenti che, perlomeno, escludano interventi ritenuti inaccettabili per chi finanzia l'Italia attraverso i titoli di Stato. Il governo dovrebbe dare un segnale rassicurante agli operatori".