Economia
Statali, in arrivo stipendi più alti: rialzo del tetto massimo di 240mila euro
A fissare la percentuale degli aumenti alle retribuzioni dei vertici della Pa sarà l'Istat: il totale sarà dato dall'adeguamento annuale degli stipendi
Manovra, salta il tetto massimo dei 240mila euro in busta paga e aumentano gli stipendi dei dipendenti pubblici
Via al tetto massimo di 240mila euro in busta paga per i vertici della Pubblica amministrazione e i super consulenti, che dal prossimo anno potrà essere rivisto al rialzo, in linea con gli aumenti dei rinnovi contrattuali agli stipendi dei dipendenti pubblici. Lo scrive Il Sole 24 Ore che spiega in realtà come tale adeguamento di lusso ronzava da oltre due mesi intorno alla Manovra e ai vari decreti di fine anno. E' riuscito a salire in extremis nel maxiemendamento alla legge di bilancio (è il comma 68) approvato dal Senato nella notte dell’antivigilia di Natale e ora all’esame della Camera per quella che può essere solo una ratifica finale.
Ma chi fissa la percentuale di aumento? "A fissare la percentuale degli aumenti sarà l’Istat, nel movimento finale di un meccanismo a catena: la percentuale indicata dall’Istituto di statistica è quella degli adeguamenti annuali degli stipendi riconosciuti ai dirigenti di Polizia e Forze armate e ai docenti universitari, e dipende a sua volta dagli "incrementi medi conseguiti nell’anno precedente dalle categorie di pubblici dipendenti contrattualizzati", spiega Il Sole 24 Ore.
"La tornata 2019/21 in discussione ora all’Aran, dove a giorni è prevista la firma finale all’accordo per ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici dopo la pre-intesa di martedì scorso, prevede un aumento del tabellare del 3,78%", continua Il Sole 24 Ore. Facendo qualche conto, sottolinea il quotidiano economica, "una trasposizione secca di questa percentuale sul limite massimo dei compensi pubblici sposterebbe il tetto a quota 249mila euro". Non subito, però. Il motivo? "L’effetto dei rinnovi contrattuali arriverà nelle buste paga dei dipendenti nel 2022, e si rifletterà quindi nell’adeguamento del limite per il 2023, in un calcolo che guarderà agli incrementi effettivi tenendo conto anche della (piccola) quota già liquidata in questi anni sotto forma di indennità di vacanza contrattuale. Gli effetti della norma, insomma, guardano lontano", conclude Il Sole 24 Ore.