Economia
Tassi d'interesse, un'altra sforbiciata è possibile. Un big della Bce non lascia spazio a dubbi
Nella zona euro si fa sempre più concreta l’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi, spinta dal calo dei prezzi dell’energia e dall’apprezzamento dell’euro. Parla Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades

Piero Cipollone
Bce e Fed sempre più lontane: "Prezzi giù, ma la divaricazione sui tassi è ai massimi"
Nella zona euro si fa sempre più concreta l'ipotesi di un altro taglio dei tassi di interesse. A dare forza a questa possibilità sono le parole di Piero Cipollone, membro del Consiglio direttivo della Bce, che ha dichiarato: "Probabilmente raggiungeremo il nostro obiettivo di inflazione prima del previsto". Quindi non solo conferma che le condizioni sono favorevoli per una sforbiciata ai tassi, ma che è anche probabile che l’obiettivo di inflazione del 2% verrà raggiunto prima di quanto indichino le ultime proiezioni. Che cosa significa? Lo spiega ad Affaritaliani.it l'analista di ActivTrades, Saverio Berlinzani.
"Cipollone ha recentemente dichiarato che la Bce si muoverà sui tassi in relazione ai dati macroeconomici che di volta in volta verranno pubblicati," spiega Berlinzani. "Ogni aggiustamento dipenderà da come evolverà l'economia e da come evolveranno le incertezze attuali, ma secondo le proiezioni di marzo, la BCE potrebbe ancora ridurre il costo del denaro".
Aggiunge poi: "Tra i dati e le proiezioni, va ricordato il ruolo del prezzo delle materie prime, in particolare dei prezzi dell'energia, che sono diminuiti in modo significativo. La revisione al rialzo dell'inflazione prevista per quest'anno si basava sull'aumento dei costi energetici, ma la pressione si è allentata, con l'inversione di questa tendenza. In secondo luogo, l’apprezzamento della moneta unica ha spinto i tassi reali al rialzo, contribuendo alla riduzione dell'inflazione. Se consideriamo poi un Pil reale stagnante nel quarto trimestre 2024, tutto ciò fa pensare che i tassi potrebbero ancora scendere, fatte salve le diverse opinioni all’interno del Board della Bce."
Ma se la Bce decidesse di tagliare i tassi già ad aprile, quali sarebbero le implicazioni per il cambio euro-dollaro e per l'export europeo? Berlinzani su questo punto afferma: "L'Euro sta egregiamente tenendo i supporti chiave e si è portato in area 1.0800-1.0900, in ragione soprattutto di una certa volontà americana di deprezzare il biglietto verde."
Aggiungendo: "In questa fase, un apprezzamento dell’Euro indebolirebbe temporaneamente l’export, ma è pur vero che permetterebbe di pagare meno la bolletta energetica, pagata in dollari, e l’Europa, in questo momento, accetterebbe un Euro parzialmente forte pur di pagare meno l’energia. Un rafforzamento di qualche punto percentuale difficilmente porterà a una crisi dell’export, che peraltro verrà compensato dall’aumento della domanda interna successiva al programma di investimenti nella difesa previsti nel vecchio continente."
Infine, laddove ci fosse un disallineamento tra Bce e Fed, quali sarebbero le conseguenze e come influirebbero sui mercati? Berlinzani conclude: "Riteniamo che la Bce non sorprenderà i mercati e probabilmente farà un taglio solo da qui ad agosto, mentre la Fed è pronta a ridurre il costo del denaro una o due volte entro l’estate, in ragione di un rallentamento che piano piano sta emergendo tra i principali aggregati macro, anche se per ora non così evidenti. Siamo vicini ai massimi della divaricazione tra tassi Usa e tassi Europa."