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Economia
Tassi, la Bce anticiperà la Fed nell’abbassare i tassi di interesse
Christine Lagarde

Tassi, la Bce anticiperà la Fed sui tassi

Che la Bce giocasse le carte sui tassi prima della Fed è una mossa che non si era mai vista e nemmeno tanto prevista, ma succederà. Perché, molto probabilmente nella riunione della prossima settimana, la Banca Centrale Europea abbasserà, per la prima volta dopo 5 anni, il costo del denaro a un tasso del 4,25%. In questa decisione però la Bce non sarà solitaria dato che sia ​​la Banca nazionale svizzera che la Riksbank svedese hanno già “tagliato”.

Ovviamente il peso di questi non è nemmeno lontanamente paragonabile alla forza economica dell’Eurozona (un sesto del il PIL mondiale e circa il 20% del commercio)Vale la pena ricordare che fu proprio la Bce a partire in ritardo rispetto alla Fed nel momento di farli salire e quindi, questa misura, dà al vertice della Bce, un’immagine di coraggio inusuale. Perchè questo insolito coraggio di Christine Lagarde che anticiperà le mosse del suo collega Jerome Powell? In primis perchè i prezzi nel Vecchio Continente si sono mossi in maniera molto più moderata di quello che invece stanno facendo negli Usa, spinti da alti consumi e piena occupazione.  E, nonostante un inizio d’anno migliore del previsto, il PIL dell’Eurozona ha mostrato un basso trend di crescita, solo 0,4% nel primo trimestre.

LEGGI ANCHE: Bce verso un taglio tassi a giugno, Lagarde gioca d'anticipo rispetto alla Fed

Tassi , quali i vantaggi di questa mossa in anticipo sulla Fed

Sono molti gli osservatori convinti che questa mossa, stimolata da un’inflazione sotto controllo, darà grandi vantaggi. Innanzitutto potrebbe essere un “booster” per far ripartire  la crescita in quanto il credito peserebbe meno su consumatori e imprese. E poi darebbe corpo a un sentimento di maggiore fiducia verso l’Europa, il che si tradurrebbe in voglia di investire e consumare soprattutto in un momento storico e geopolitico complicato dove le preoccupazioni maggiori sono verso la guerra in Ucraina e le tensioni nel commercio mondiale. Non mancano però rischi in questa mossa. Il dollaro potrebbe rafforzarsi sull’euro rendendo più costoso il nostro export e questo certamente non sarebbe un aspetto di poco conto. In ogni caso però la probabile decisione della Bce è quasi obbligatoria per gestire un equilibrio sottile tra la volontà di stimolare la crescita economica e la gestione dell’inflazione, controllata ma non domata. A settembre se la Fed non toccherà nulla si saprà se la BCE vorrà continuare a mantenere la sua pressione di tre tagli nel 2024. Solo allora si avrà un’idea più chiara di dove vuole andare la politica monetaria dell’Eurozona.

 

 

 

 

 

 

 

 

 






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