Economia

Tecnologie di stampa e industria grafica: dati 2020 meno negativi del previsto

Eduardo Cagnazzi

L'Acimga: il consumo di beni di prima necessità ha consentito di contenere il passivo causato dal lockdown. Ripresa più vicina con l'arrivo del vaccino

L’industria grafica e cartotecnica contiene i cali di fatturato causati dalla lunga chiusura di gran parte delle attività produttive e intravede la ripresa. La contiene grazie al consumo e al packaging dei  beni di prima necessità, farmaci e carte sanitarie, che hanno permesso anche ai settori a monte, come la fornitura di tecnologie e assistenza per produzione e stampa di imballi, di contenere il passivo. Lo confermano i dati preconsuntivi 2020 elaborati dall’Ufficio Studi Acimga, l’Associazione confindustriale di settore, che indicano per le macchine per la stampa, la cartotecnica ed il converting un fatturato a chiusura d’anno di 2,36 miliardi, in ripiegamento del 16,7% rispetto al 2019, con l’export a 1,45 miliardi, in flessione contenuta al 14,4%.

Più marcato il calo delle consegne sul mercato interno, ferme a 910 milioni, pari a - 20,2%. I dati sono decisamente migliori rispetto a quelli medi attesi per l’industria della meccanica strumentale italiana (- 27% secondo le stime Federmacchine), che schierano le imprese facenti capo ad Acimga fra i segmenti più vitali e che autorizzano a intravedere spiragli di ripresa, nell'auspicio di un più rapido ritorno alla normalità favorito dalla disponibilità dei vaccini anti-Covid soprattutto sui mercati esteri, sbocco principale del “made by Italy”. Uno sguardo ai settori a valle, durante il periodo più serrato di lockdown, evidenzia imballaggi (per gli alimentari, per i prodotti farmaceutici e per l’ecommerce) e carte sanitarie in prima linea, con intensificazione di produzioni a sostegno dell’emergenza.

Dalle proiezioni sviluppate su dati di scenario del Fondo monetario internazionale e storici di Onu Comtrade, Eurostat e US Census Bureau, dovrebbero riuscire a consuntivo d’anno a limitare al 5,5% la perdita di produzione in valore (a 12,8 miliardi), con esportazioni in calo del 7,2%, a 8,18 miliardi. “Se la chiusura d'anno non sarà così critica rispetto ai primi timori, va sottolineata l'importanza del packaging sul risultato”, commenta il presidente di Acimga, Aldo Peretti (nella foto a destra). “Ora auspichiamo che la seconda fase del Covid non impatti così tanto da impedire la ripartenza nel 2021 e, soprattutto, che il governo riconosca il contributo positivo del packaging a questa fase molto critica dell’economia e non torni su questioni come l’ipotesi di plastic tax che farebbero ripiombare il settore in crisi profonda”.

Per il direttore generale dell’associazione, Andrea Briganti (a sinistra), “l’’azione di lobby portata avanti da Acimga ha garantito durante il lockdown la continuità operativa di tutte le tecnologie di stampa e di converting. D'ora in avanti saranno determinanti le scelte politiche del governo sugli interventi a sostegno della ripresa, soprattutto in materia di investimenti per l’innovazione e in primo luogo per garantire alle nostre imprese il definitivo salto di qualità verso le trasformazioni green e digitale”.