Economia

Tessuti naturali, artificiali e sintetici: ecco le scelte più sostenibili

Sentiamo ripetere di continuo: "Acquistare meno, acquistare meglio". Ma queste due esigenze possono coincidere? Il report

Resta il fatto che i materiali naturali risultano fortemente penalizzati dalla LCA: dopo la pelle, sono nell’ordine seta, lana, cotone, denim, canvas (un cotone più resistente), lino e canapa a infliggere all’ambiente i costi maggiori. Ma, come si vede dai dati, con differenze davvero notevoli tra una fibra e l’altra: se per raggiungere lo stesso livello di sostenibilità del nylon 100% riciclato la canapa e il lino richiedono circa 2 anni di utilizzi aggiuntivi, per il canvas si sale a 3 anni, per il cotone e il denim a 4, per la lana a 10 e per la seta addirittura a 16.

È noto che la composizione fibrosa dei capi in commercio il più delle volte non è pura, come dimostra l’indagine di Altroconsumo, ma composita: le fibre naturali e sintetiche sono mescolate nei modi e nelle percentuali più diverse, con varianti praticamente infinite. Questo rende le scelte dei consumatori (e le possibilità di riciclo) più complicate.

In aggiunta, è necessario ricordare che, sebbene il preoccupante fenomeno del rilascio delle microplastiche da parte dei tessuti sintetici sia ormai stato appurato, la valutazione del ciclo di vita dei prodotti tessili non può ancora tenerne conto, dal momento che non esistono ancora gli strumenti necessari a rilevare misurazioni precise.

Ovviamente, i risultati del test non devono certo obbligare i consumatori ad acquistare capi in nylon e poliestere a discapito di quelli in lana, seta o cotone. La conoscenza delle differenze di impatto ambientale dei vari materiali deve farci tenere comportamenti più consapevoli e sostenibili. Per esempio, chi desidera un abito di seta è meglio che sia sicuro di ciò che sta acquistando (della qualità, della fantasia, della taglia...), perché dovrà prendersene cura e usarlo per molti anni, cioè il tempo necessario per ammortizzare il suo impatto ambientale. Che ora sappiamo essere molto lungo.