Economia
Tim, ancora nessun compratore per la quota di Vivendi. Ma dopo NetCo si avvicina un'altra cessione...
La cordata interessata all'acquisto di parte della quota di Vivendi (il 23,7% di Tim) a mani vuote. Non ancora individuato il compratore
Tim, dopo NetCo si avvicina un'altra cessione... Ma per parte della quota di Vivendi (i francesi hanno il 23,7% della telco) ancora nulla di concreto
Una indiscrezione riportata dal Corriere della Sera di sabato scorso fa correre il titolo Tim in Borsa. Dopo una partenza sostenuta, il rialzo si è ridimensionato intorno al 2,4%. Secondo il Corriere comunque ci sarebbe una cordata al lavoro per rilevare una parte della quota di Vivendi, pari al 23,7%. nel capitale di Tim.
All'ipotesi starebbero lavorando l'ex Vj di Mtv Andrea Pezzi (ora imprenditore e già consulente Vivendi) e Claudio Costamagna, ma entrambi hanno smentito. Il dossier sarebbe comunque ancora in fase di studio in quanto non sarebbero stati individuati i compratori (si citano tra i soggetti sondati Tikehau e Blackstone) e non sarebbe ancora stato sottoposto a Vivendi che a causa della svalutazione della quota ha perso circa 4 miliardi.
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Inoltre non sarebbe chiara la strategia di valorizzazione del titolo Tim anche se l'ipotesi è sempre quella dello spezzatino. Il pezzo più pregiato è Tim Brasil che potrebbe valere intorno a 7 miliardi poi c'è la parte Consumer e quella Enterprise. La valutazione ipotizzata per rilevare una quota tra il 6 o il 7% di Tim è indicata intorno a 500 milioni di euro.
Se così fosse la valutazione di Tim sarebbe intorno a circa 0,36 euro ad azione contro gli 0,23 euro attuali. Secondo gli analisti l'ipotesi ha un senso ed è simile a quella che aveva ipotizzato il fondo Marlyn di Alessandro Barnaba e Stefano Siragusa che ha ottenuto due posti in cda, quando ancora Tim era proprietaria della sua rete.
Sembra, dicono gli analisti, una proposta molto preliminare come molte altre che sono sicuramente allo studio da parte delle banche d’affari per risolvere il nodo della partecipazione di Tim, non avendo ancora individuato i potenziali compratori, sondato l’interesse del venditore, il supporto politico al progetto e definito la strategia di valorizzazione.
Certo è interessante per gli azionisti dell'ex-monopolista che le valutazioni indicate siano a forte premio rispetto ai prezzi di Borsa anche se gli analisti preferirebbero un'Opa totalitaria. Contrario ovviamente l'ad di Tim Pietro Labriola la cui strategia è la valorizzazione degli asset ancora presenti nella società che ha ceduto quello più importante per 18 miliardi di euro, andati per diminuire l'ingente debito, ossia la rete.
Più vicina sarebbe ovviamente la cessione di Sparkle. In questo senso un articolo del Sole 24 Ore ha messo in evidenza alcuni nodi da sciogliere prima della presentazione dell'offerta. Ossia la governance tra il Mef ossia il governo e Asterion e, in seguito, la possibilità per il fondo spagnolo di vendere la sua partecipazione.