Economia

Tim, guida operativa a Labriola. Confermata l'anticipazione di Affaritaliani

Dopo 3 anni, Gubitosi ha rimesso le deleghe. Resta in Cda

Cda di quasi 6 ore al termine del quale Gubitosi rimette le deleghe nelle mani di Rossi

Dopo una lunga riunione, durata quasi 6 ore, durante la quale Luigi Gubitosi ha rimesso le deleghe da amministratore delegato e direttore generale nelle mani del presidente Salvatore Rossi (senza per questo rassegnare le dimissioni, rimanendo quindi nel Cda), i francesi di Vivendi riescono a piazzare il proprio candidato alla guida di Tim: come anticipato da Affaritaliani.it l'operatività del gruppo sarà guidata dall'attuale Ceo della controllata Tim Brasil Pietro Labriola pronto ad assumere con la carica di direttore generale.

Il Cda straordinario fiume di Tim era stato convocato nel pomeriggio di oggi ed è proseguito fino a sera inoltrata per esaminare la possibile offerta da parte del fondo americano Kkr. Sul tavolo però è finita inevitabilmente anche la mossa di Gubitosi di cedere le sue deleghe se questo, come spiegato nella lettera, poteva consentire un esame più sereno del dossier.

La partita resta comunque apertissima e l'attenzione è puntata in particolare su Vivendi, principale socio di Tim che dopo aver giudicato insufficiente l'offerta di Kkr ha fatto sapere di non avere nessuna intenzione di uscire dal capitale del gruppo. Altro attore atteso a una prossima mossa è il governo italiano che resta comunque in attesa, prima di qualunque valutazione, della formalizzazione di un'offerta di acquisto da parte di Kkr o di altri soggetti.

Rumors dei giorni scorsi non escludono l'interessamento di altri fondi, come Cvc, o anche la possibilità da parte di Kkr di alzare il valore dell'offerta per incoraggiare il via libera da parte degli azionisti di Tim. Sul tavolo del board anche il nodo dei conti e delle strategie per far ripartire il gruppo.

La gestione Gubitosi è durata tre anni

E' durata tre anni e pochi giorni l'avventura di Gubitosi al timone di Telecom Italia. Il manager era entrato nel cda del gruppo di tlc nel maggio 2018, nominato su indicazione di Elliott, il fondo Usa che si contrappose al tempo a Vivendi; era poi stato nominato amministratore delegeato e direttore generale il 18 novembre dello stesso anno, in sostituzione di Amos Genish, il dirigente israeliano che era stato sfiduciato pochi giorni prima. Un caso che presenta una certa assonanza con quello attuale, visto che allora le deleghe furono assegnate in via provvisoria al presidente Fulvio Conti.

La nomina di Gubitosi venne salutata in Borsa con un rialzo del titolo Tim, salito del 3,9%, nella convinzione che con il nuovo a.d. si arrivi allo scorporo della rete. Una speranza che rimarra' pero' illusoria. In realta' Gubitosi non riesce a interrompere il declino del titolo sul mercato azionario, tanto che nei due anni successivi la quotazione subisce un taglio di quasi il 50%, arrivando al minimo di 0,2852 euro due anni dopo, il 29 ottobre 2020.

Dopo una ripresa fino a 0,46 euro c'e' una nuova caduta, fino agli 0,31 euro di pochi giorni fa, prima dell'accelerata frutto dell'offerta di Kkr che fissa un prezzo indicativo di 0,505 euro. Il primo bilancio opera di Gubitosi, nel 2019, era comunque stato promettente, con un utile netto pari a 1,3 miliardi, il ritorno al dividendo e il calo di 1,4 miliardi nell'indebitamento finanziario netto.

Il dato di 1,3 miliardi viene confermato anche nel 2020. In realta' a preoccupare e' il continuo calo dei ricavi, scesi dai 19,1 miliardi del 2018, a 17,9 miliardi nel 2019, a 15,8 miliardi nel 2020. Nei primi 9 mesi del 2021 nuova frenata, a 11,6 miliardi (-2,2% sullo stesso periodo 2020). Prima di Tim Gubitosi era stato in Fiat con vari incarichi tra cui quello di direttore finanziario, poi in Wind come direttore finanziario e a.d.. E' stato inoltre per tre anni direttore generale Rai e per un anno commissario straordinario di Alitalia.