Economia

Tod's, calo continuo del fatturato. E in 4 anni il titolo fa quasi -60%

di Marco Scotti

Ecco qual è il male oscuro del gruppo di Della Valle

Negli ultimi anni si sono affermati (conti alla mano ma non solo) o grandi brand come Hermès – che non conosce crisi perché si rivolge a un pubblico che difficilmente vede ridurre i propri portafogli e che ha appena scoperto che le sue borse hanno un rendimento superiori a quelli dell’oro – o marchi che hanno operato un completo rilancio.

Gucci su tutti, che lo scorso anno valeva oltre il 60% degli utili di tutto il gruppo Kering. Una gallina dalle uova d’oro, appunto. Oppure, ancora, i margini si fanno con produzioni delocalizzate a basso costo e con la moda easy to wear che ha fatto la fortuna di giganti come Zara o H&M. Tod’s è forse rimasto prigioniero di un’immagine un po’ meno identificabile. Scarpe con materiali di qualità che però si collocano in un range di prezzo che si potrebbe assimilare alla “borghesia”: alto ma non altissimo. 

Al momento Della Valle rimane padrone del destino dell’azienda: detiene una quota vicina all’80% del capitale complessivo e ha una ricchezza stimata da Forbes in circa 1,2 miliardi di euro. Se fino a qualche anno fa era protagonista delle cronache finanziarie, soprattutto per la sua presenza in Rcs, ora sembra giocare in una posizione meno esposta. Oltretutto – a proposito di gioco – non ha più neanche la Fiorentina, ceduta a Rocco Comisso dopo 17 anni di amore. 

A vedere dal garbo e dal rispetto con cui i giornali hanno trattato la vicenda di Tod’s, tenendo a segnalare soprattutto i risultati più positivi, appare evidente che il peso di Della Valle sia ancora piuttosto forte nel capitalismo nostrano. Che abbia in serbo qualche cartuccia?