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Economia
Transizione green, lo Stato deve affidarsi ai privati

La strada che abbiamo di fronte, infatti, è lunga e incerta, non perdonerà errori di percorso. Ma una cosa è chiara: da questa dobbiamo partire per invertire i trend climatici drammatici a cui assistiamo, muovendoci, come ha recentemente ricordato la Direttrice Esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Inger Andersen, “dalla procrastinazione climatica all’attivazione climatica”.

Prendiamo questo risultato con ottimismo, affinché non rappresenti solo una “battaglia di civiltà”, che pure elevi l’Europa agli occhi del mondo, ma il cambio concreto di un paradigma soprattutto nella collaborazione tra istituzioni e imprese, le forze in grado di dare forma a questo percorso. Bisogna innanzitutto stimolare la consapevolezza sul ruolo che gli attori privati possono ricoprire in questa fase. Realtà che, piuttosto che essere viste come la causa, possono divenire sempre più la soluzione concreta al problema.

Da qui al 2030 sarà necessario investire oltre mille miliardi di euro per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un grande aiuto e una straordinaria occasione, ma le risorse messe a disposizione rappresentano solo una piccola parte del totale necessario. In questo contesto appare chiaro come il ruolo degli attori privati sia fondamentale non solo per favorire il rilancio del Paese, ma soprattutto per trasformare le sfide che ci attendono in opportunità. È un treno ad altissima velocità che non possiamo permetterci di perdere.

*Ad di Siram Veolia

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