Economia

"I dazi di Trump non salveranno l'economia Usa. Da Musk la cura taglia-debito"

In occasione dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, Affaritaliani.it ha intervistato Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Corporate Family Office

di Rosa Nasti

Dazi e volatilità dei mercati: che cosa aspettarsi dalla nuova era Trump 

Oggi Donald Trump si insedierà come 47° presidente degli Stati Uniti. Ma questa volta non sarà lo stesso Trump del primo mandato. Il tycoon torna alla Casa Bianca con una strategia più definita e, forse, più pericolosamente ambiziosa. Dazi, bitcoin e alleanze con i magnati più potenti del pianeta sono la ricetta del trumpismo 2.0.

Ma con una politica interna destinata a polarizzare ulteriormente il Paese e una visione geopolitica aggressiva, fino a che punto riuscirà a spingersi senza far saltare gli equilibri globali? E soprattutto, quale sarà l’impatto di questa nuova era Trump sull’economia americana e mondiale? Affaritaliani.it ne ha parlato con Antonio Tognoli, Responsabile Macro Analisi e Comunicazione di Corporate Family Office, per capire quanto sarà profonda l’onda d’urto di questo nuovo corso trumpiano. 

Quali sono le vere prospettive del secondo mandato Trump? E come cambierà il panorama economico americano?

Secondo le anticipazioni, Trump punta ad aumentare dazi e tariffe e a bloccare o ridurre drasticamente l’immigrazione. Ma quali saranno le conseguenze? Dazi e tariffe: non è affatto certo che tali misure gioveranno all’economia americana. Il motto "Make America Great Again" mira a riportare parte delle lavorazioni negli Stati Uniti, ma un cambiamento di questa portata richiede tempo. Resta da capire se queste politiche andranno realmente a vantaggio del lavoro o delle imprese, oppure se si tradurranno solo in un aumento del deficit. È inevitabile che, inizialmente, tutto ciò generi volatilità sui mercati fino a quando non emergeranno con chiarezza le prime misure.

Deficit e debito: Si prospetta un ulteriore aumento del deficit pubblico, e Trump sembra voler agire il più velocemente possibile. Tra le proposte più discusse, Elon Musk potrebbe assumere un ruolo di primo piano nella riforma dello Stato, con l’obiettivo dichiarato di tagliare 2.000 miliardi di extracosti per ridurre il debito. Anche qualora fosse attuabile, un taglio così significativo richiederebbe tempi alquanto lunghi. Mercati obbligazionari: I rendimenti dei bond a lungo termine sono destinati ad aumentare, mentre i tassi a breve rimarranno influenzati dalle decisioni della Fed, che potrebbe effettuare uno o due tagli. Tuttavia, il crescente deficit peserà sulle aspettative a lungo termine.

E l’Europa, in che modo influenzerà la politica Trump?

Per il Vecchio Continente, i dazi e le tariffe introdotti dagli Stati Uniti potrebbero aggravare ulteriormente i costi energetici, già alti, con un impatto diretto sull’inflazione. Le principali implicazioni saranno: crescita economica: Mentre gli Usa potrebbero registrare una crescita del PIL tra il 2,5% e il 2,7%, l’Europa difficilmente supererà l’1,5%. Questo significa che le imprese europee vedranno crescere i propri profitti meno rispetto a quelle americane. Politica monetaria: Per sostenere l’economia, la Bce sarà probabilmente costretta a tagliare i tassi più di quanto previsto dalla Fed, con riduzioni di almeno un punto o un punto e mezzo. Mercati finanziari: Il dollaro rimarrà probabilmente forte, favorendo le azioni americane rispetto a quelle europee. Tuttavia, i bond europei potrebbero offrire rendimenti migliori rispetto a quelli americani grazie a una politica monetaria più accomodante. La questione cruciale sarà sicuramente quella dei cambi valutari. L’amministrazione Trump non vuole un dollaro forte per sostenere la competitività americana.

Quali saranno i settori più colpiti e quelli più beneficiati?

Il settore automotive continuerà a soffrire, soprattutto se la transizione verso un mercato completamente elettrico non verrà posticipata oltre il 2035. Tuttavia, potrebbe anche venir fuori un mercato parallelo di certificati "verdi" o "bianchi", simili a quelli utilizzati nel settore del cemento. In sostanza, chi continuerà a produrre auto non elettriche potrà farlo acquistando certificati da chi si dedica esclusivamente all’elettrico, come Elon Musk. Per gli Stati Uniti, questa dinamica potrebbe rivelarsi vantaggiosa, mentre l’Europa rimarrà ancora in difficoltà, intrappolata in una transizione lenta e costosa. Il vero nodo da sciogliere, però, è la Cina.

Nonostante i dazi americani che potrebbero essere applicati su Pechino, la Cina ha già risposto mettendo dazi sui minerali e terre rare, risorse vitali per l'industria americana. Questo rende anche la questione geopolitica cruciale: oltre alla Norvegia, dove si trovano importanti giacimenti di terre rare, il Donbass, in Ucraina, gioca un ruolo strategico. È lì che Putin è intervenuto massicciamente, e Trump vorrebbe concludere la guerra per cercare di riprendersi il controllo su quelle risorse. Sarà interessante capire quanto Trump riuscirà a stringere i cordoni con la Cina, come abbiamo visto nel caso TikTok.

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Differenze tra Trump 1.0 e Trump 2.0?

Il mondo oggi è radicalmente cambiato rispetto al primo mandato di Trump. Gli Stati Uniti non sono più in un periodo di bassa crescita come all'epoca, e l'intelligenza artificiale è diventata una realtà sempre più dominante. Il panorama economico è cambiato, e i settori che oggi potrebbero trarre vantaggio dalle politiche di Trump includono non solo la tecnologia, con giganti come Nvidia e Microsoft, ma anche l'energia e le costruzioni.

Le richieste per le interazioni con l’IA richiedono un livello di energia enormemente più alto rispetto alle ricerche classiche su Google, e dato che gli Stati Uniti non producono abbastanza energia, la produzione e il trasporto di elettricità dovranno raddoppiare entro il 2035. I data center, anche in Europa, dovranno essere potenziati e costruiti su scala maggiore, creando nuove opportunità di mercato. Nel frattempo, bisogna tenere d'occhio anche le elezioni francesi e tedesche.

Le nuove alleanze: Musk, Bezos, Zuckerberg – che cosa aspettarsi?

Vedo un'alleanza tra l'uomo più ricco del mondo e l'uomo più potente del mondo, e non so cosa possa derivarne in termini di democrazia, mercato o politica economica. È una dinamica poco sperimentata recentemente o mai avvenuta, quindi difficile fare previsioni. Da un lato, è probabile che, essendo persone esperte nella gestione dei mercati, non facciano scendere troppo i mercati. Ma sono ancora supposizioni, è troppo presto per dirlo.