Economia
Ue, Lettera 150: tagli gravi ai finanziamenti per la Ricerca
"Drastico taglio ai fondi destinati alla Ricerca", la denuncia di Lettera 150
Taglio gravissimo ai finanziamenti destinati alla Ricerca, scatta la denuncia di Lettera 150: "Senza innovazione l'Italia è condannata".
"L’Europa ed il mondo intero stanno, forse, uscendo dalla peggiore emergenza dalla fine della seconda guerra mondiale. Un emergenza medica che si è trasformata in grave crisi economica e sociale e che dovrebbe aver insegnato alle classi dirigenti l'importanza della ricerca nel campo medico e della Intelligenza Artificiale. I Paesi che hanno usato l'intelligenza Artificiale sono infatti usciti prima e meglio dalla pandemia. E tuttavia, per la prima volta nella storia d’Europa, il finanziamento proposto dal Parlamento Europeo e dalla Commissione per il programma quadro 2021-2027 viene drasticamente tagliato dal Consiglio europeo con una riduzione di ben 13,5 miliardi di euro. Si ritorna ai livelli previsti nel 2014. I finanziamenti per la ricerca nel 2021 e nel 2022 anzi diminuiranno rispetto al livello del 2020". A denunciarlo Lettera 150, il think tank che riunisce oltre 250 professori universitari.
Secondo le prime stime, le conseguenze di questi tagli equivalgono alla eliminazione del supporto a 22.500 ricercatori, ad una perdita di 400 brevetti per 110 invenzioni e ad una perdita di 220 test clinici. Tutto questo, prosegue Lettera 150, in un contesto in cui l'Europa spende solo il 2,2% del pil contro il 2,8% degli Usa, il 3 2% del Giappone, il 4,3% della Corea.
Lettera 150, in Italia ricerca e innovazione
"Il messaggio per le nuove generazioni, le più colpite dalle conseguenze della crisi, è devastante. L’Europa non intende investire nel loro futuro.
Senza ricerca e innovazione siamo condannati ad essere marginali nello scenario mondiale e a non sostenere lo sviluppo delle nostre società. Come possiamo pensare ad un Green New Deal, a investire adeguatamente nell'Intelligenza Artificiale, a combattere malattie pericolose, a incentivare lo sviluppo delle imprese, se non investiamo nella ricerca e nella innovazione?
È chiaro che nella discussione al Consiglio europeo nessuno degli Stati ha difeso la Ricerca e l’Innovazione, nessuno ha pensato alla salute, all'ambiente, alla produzione di ricchezza, tutti si sono dimenticati delle nuove sfide dell’agenda digitale.
Se l'Europa ha tradito la sua missione, il governo italiano ha la storica occasione di rimediare utilizzando una quantità senza precedenti di finanziamenti europei, quelli del Recovery Fund. Li impieghi per un grande piano di investimenti infrastrutturali per l’innovazione e la conoscenza. Un grande piano per la scuola, l'università, la ricerca, la salute. Riporti il futuro al centro del proprio orizzonte e dia finalmente una speranza ai giovani italiani".