Economia

UniCredit, Ghizzoni promette più dividendi. Svolta CariVerona: via dal Cda

di Andrea Deugeni
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Nessun timore per la nuova avventura popolare di CariVerona, socio storico del gruppo di piazza Gae Aulenti, nel consolidamento delle banche minori dopo la riforma varata dal governo Renzi e per l'uscita dell'ente guidato da Paolo Biasi dal Cda. L'assemblea della svolta per UniCredit, che porta da 19 a 17 il numero dei consiglieri di amministrazione salutando nel board, per la prima volta da quando è nata, il rappresentante di uno dei primi azionisti della banca (con circa il 3,45% del capitale), parte con le parole dell'amministratore delegato Federico Ghizzoni che, a una domanda di un azionista, si è detto  per nulla preoccupato di un eventuale ingresso della fondazione scaligera in una banca popolare come il Banco Popolare, dov'è già presente nel capitale con un esiguo 0,05%, o la Banca Popolare di Vicenza, istituto in odore di fusione con Veneto Banca.

CariVerona, che spesso in passato con il presidente Biasi, specialmente nella gestione Profumo, non ha abdicato al proprio ruolo di primo azionista nel nocciolo duro dei soci italiani,  ha deciso infatti di non aderire alla lista di maggioranza per il rinnovo del consiglio di UniCredit  e di contribuire a possibili aggregazioni tra le Popolari. Una scelta che la costringerà a ridurre il proprio peso nel capitale di UniCredit per ottemperare alle indicazioni del Tesoro. "La scelta è di Cariverona. Non c'è nulla da commentare", ha spiegato poi  Ghizzoni.

I soci libici di Unicredit torneranno "attivi" nella gestione della loro quota, complessivamente pari al 4,15% del capitale della banca. Il nuovo orientamento è emerso oggi nel corso di un incontro che, a margine dei lavori dell'assemblea, ha coinvolto Vita e Ghizzoni e il presidente della Banca centrale libica Saddek Omar El Kaber e quello della Libyan investment authority (Lia, al'1,25% del capitale) Abdulrahman Benyezza

Entrando nel dettaglio del business, l'amministratore delegato, confermato al vertice del gruppo assieme al presidente Giuseppe Vita, ha promesso un dividendo più alto per i prossimi esercizi, in linea con una redditività, per la cui crescita la banca, ha precisato il manager, "sta facendo tutto il possibile" e "anche, direttamente o indirettamente, per la crescita del valore del titolo". A questo proposito, il banchiere ha ricordato come l'azione (in leggero calo nella seduta odierna a 6,3 euro) abbia "sofferto come tutti i titoli finanziari, e non solo, dall'inizio della crisi".

L'assemblea, a cui sono stati i presenti i principali azionisti (Aabar, 5,041% del capitale, Blackrock, 4,655%, Fondazione Cariverona 3,449%, Central Bank of Libya 2,914, Fondazione Crt 2,509 e Carimonte holding 2,010%), ha approvato con il 98,7% il bilancio 2014 che si è chiuso con un utile netto di 2 miliardi di euro. Profitti netti che hanno permesso all'istituto di proporre ai soci un monte dividendi di 697 milioni di euro (12 centesimi la cedola per azione), in costante crescita dal 2012. Monte che, stando alle promesse dell'amministratore delegato, crescerà anche  "nei prossimi anni".

Questa la lista dei nuovi componenti del Cda, che oltre a Vita e Ghizzoni vede, due vicepresidenti come Fabrizio Palenzona e Luca Cordero di Montezemolo: Mohamed Ahmed Badawy Al Husseiny, Manfred Bischoff, Cesare Bisoni, Henryka Bochniarz, Vincenzo Calandra Buonaura, Alessandro Caltagirone, Helga Jung, Clara Streit, Paola Vezzani, Alexander Wolfgring, Anthony Wyand, Elena Zambon e Lucrezia Reichlin.