Il Cristiano Ronaldo dei banchieri, così com'è chiamato Andrea Orcel negli ambienti della finanza internazionale, non si è ancora insediato e nell'azionariato c'è già chi storce il naso per l'assegno da 7,5 milioni di euro che a fine anno UniCredit staccherà al successore di Jean Pierre Mustier, banchiere romano ma di formazione e passaporto internazionale chiamato a rilanciare la banca dopo una strategia molto incentrata negli ultimi cinque anni sul rafforzamento patrimoniale e deludente sul versante della crescita. Strategia in cui l'unica Sifi italiana ha fortemente ridotto anche il perimetro societario e che ha avuto forti contraccolpi in Borsa.
In vista dell'assemblea annuale di bilancio del 15 aprile, in cui i soci dovranno nominare anche il nuovo consiglio di amministrazione a guida Orcel-Padoan, gli influenti proxy advisor Glass Lewis e Iss, voci molto ascoltate dai grandi fondi istituzionali (presenti massicciamente nel capitale della public company UniCredit) e che compilano i loro report per orientare asset manager, fondi pensione e fondi comuni, nella gestione del voto assembleare, hanno invitato gli investitori a bocciare la politica di remunerazione della banca.
Il motivo? Protestare contro la potenziale remunerazione complessiva da 7,5 milioni di euro per il nuovo amministratore delegato, che sul tema ha anche un contenzioso milionario (causa legale da 110 milioni) aperto con il colosso spagnolo Santander. Un pacchetto definito "problematico" da Iss e che "solleva preoccupazioni significative".
Cos'è che non quadra agli occhuiti proxy advisor? Accusando anche la banca di piazza Gae Aulenti di scarsa trasparenza, Glass Lewis ricorda che nei documenti presentati in vista dell’assemblea UniCredit ha spiegato che "per allineare gli interessi del Ceo con quelli degli azionisti, il Cda ha approvato sin dal primo anno un premio in azioni che ammonta all’intera remunerazione per il 2021 pagabile in due tranche e senza alcuna condizione". Perciò, visto che Orcel percepirà un fisso di 2,5 milioni di euro a cui si aggiungerà un premio in azioni pari al 200% della stessa cifra (7,5 milioni di euro), Glass Lewis si dice "preoccupato dalla struttura della remunerazione del nuovo manager, che comprende un premio in azioni non commisurato alla performance". Insomma, non piace quel bonus per il 2021 interamente garantito. Senza legami con il risultato: 7,5 milioni di euro solo per aver accettato di prendere l'ufficio in Gae Aulenti.
Va bene che il mega assegno che verrà staccato per Orcel è il secondo più grande in tutta Europa di quelli girati negli ultimi tre anni dalle grandi banche continentali per remunerare i propri capi azienda e che il confronto con il "francescano" predecessore Mustier (compenso di ingresso ridotto del 40% a 1,2 milioni nel 2016 e 2,6 milioni di bonus girati alla Fondazione UniCredit nell'anno nero del Covid per progetti di finalità sociale) non aiuta certo l'ex banchiere di Merrill Lynch e di Ubs, ma, come ha spiegato ieri Affaritaliani.it, la sfida che aspetta Orcel è davvero impegnativa.
Tanto che, sia fra i piccoli risparmiatori retail che hanno in portafoglio i titoli UniCredit sia fra i grandi azionisti come le fondazioni ex bancarie italiane, ci sono grandi aspettative sull'ingresso e sull'azione del nuovo timoniere di UniCredit. Top-manager specializzato nell'M&A bancario che oltre a riempire di dividendi (rispetto a quanto fatto in questi anni dai diretti competitor) le tasche dei soci, è chiamato anche a risollevare le sorti del titolo quasi dimezzato negli ultimi cinque anni (contro un calo, nello stesso periodo, di circa il 17% del Ftse Italia Banche).
(Segue: l'ingresso di Allianz e le aspettative tedesche sul titolo UniCredit)
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