Economia

Versace a Michael Kors per 2 miliardi. Ma la maison Usa crolla a Wall Street

Kors un anno fa ha rilevato Jimmy Choo per 1,2 miliardi di dollari. Ora il bis con Versace

Versace va al gruppo americano della moda Michael Kors. Secondo le indiscrezioni, un accordo per la vendita del gruppo sarebbe infatti ormai chiuso. La firma è attesa in serata. Nel quadro dell'operazione il fondo Blackstone, che attualmente detiene una quota del 20% della maison italiana, esce dalla societa', mentre la famiglia Versace manterra' una partecipazione di minoranza.

Kors un anno fa ha rilevato Jimmy Choo per 1,2 miliardi di dollari, e' dunque pronto a fare il bis con la griffe fondata alla fine degli anni Settanta da Gianni Versace. E la cifra, stavolta, si aggirerebbe intorno ai 2 miliardi. Intanto domani, come appreso da Radiocor, i dipendenti della casa di moda sono stati convocati da Donatella Versace e dal ceo, Jonathan Akeroyd, per una comunicazione.

La società della Medusa è stata valorizzata 2 miliardi di dollari (oltre 1,7 miliardi di euro ai cambi attuali). Anche l’uscita in corso di alcuni manager (tra questi non ci sarebbe però il Ceo) viene letta come il segnale che sta accadendo qualcosa. Molti in questi mesi hanno studiato il dossier Versace, in primo luogo i grandi colossi del lusso francese. Decisa a trovare un accordo era la Kering di François Henri Pinault che però avrebbe trovato il prezzo troppo alto.

Versace è controllata da Givi, una holding la cui maggioranza (50%) è nelle mani di Allegra Versace Beck, il 20% in quelle di sua madre Donatella, direttrice dello stile, e il 30% in quelle dello zio Santo Versace, che aveva fondato l’azienda insieme al fratello designer Gianni nel 1978. A lasciare la maggioranza ad Allegra era stato proprio lo zio Gianni, morto assassinato a Miami ventuno anni fa. Se questo è l’assetto della holding, diverso è quello della società operativa, la Gianni Versace spa, dove è presente Blackstone con il 20%. Il fondo americano aveva rilevato la partecipazione nel febbraio del 2014, valutando la società 1 miliardo di euro, con l’obiettivo di quotarla in Borsa.

L’arrivo sul mercato era stato avviato dall’ex ad Gian Giacomo Ferraris (oggi ceo della Roberto Cavalli), ma si era fermato quando Ferraris due anni fa è stato sostituito dal manager inglese Jonathan Akeroyd (ex ceo McQueen). In una intervista all’Economia del Corriere della Sera, Akeroyd aveva annunciato l’intenzione di arrivare al miliardo di euro di ricavi «nel breve termine». Aveva spiegato che dopo il 2016, anno di transizione con ricavi a 686 milioni di euro (+4%) e un rosso di 7,4 milioni, nel 2017 la casa della Medusa è tornata all’utile per 15 milioni di euro. I prossimi giorni diranno se proseguirà la sua strada da sola o se inizierà una nuova storia.