Spettacoli
Fabio Fazio dice addio a Rai1 ma i monologhi di Lucianina sono sempre volgari
Ultima puntata di Che Tempo che fa sull'Ammiraglia. Fazio ironizza sul trasloco a Rai2 e la Littizzetto si dibatte tra allusioni falliche e parolacce
Che Tempo che Fa ha visto chiudersi definitivamente (?) ieri sera, domenica 2 giugno 2019, la sua avventura su Rai1 vincendo la disfida dell'Auditel (clicca qui per leggere). Termina così un'edizione "intensa e complicata", come l'ha definita lo stesso Fabio Fazio accomiatandosi dai telespettatori, finita prima nel mirino del Vicepremier Luigi Di Maio, poi in corso d'opera divenuto il "miglior amico" del conduttore in polemica con l'omologo Matteo Salvini che invece ha continuato la sua crociata contro il compenso faraonico del conduttore ligure, rifiutando l'ospitata nella trasmissione a differenza degli altri leader politici.
A parte li fatto che l'assenza di Salvini a Che Tempo che Fa non ha minimamente svantaggiato il leader del Carroccio alle Urne, visto che alla fine ha trionfato su tutti quanti e in primis sullo stesso Di Maio che lo attaccava proprio da quegli studi televisivi, il caso Fazio è stato brillantemente risolto dall'Ad Fabrizio Salini - come abbiamo ampiamente anticipato noi di affaritaliani (clicca qui per leggere) - facendolo traslocare su Rai2 nelle braccia amiche di Carlo Freccero ed evitando strascichi legali dolorosissimi per Viale Mazzini (e per i contribuenti).
Ieri sera Fazio, nel dare l'addio (?) a Rai1, ha ringraziato tutta la squadra di autori e ha scherzato dicendo di aver ricevuto un'offerta da Rai Yo-Yo, confezionando una puntata meno "antisalviniana" del solito, e polemizzando solo en passant con il leader del Carroccio. Che invece è stato protagonista principale del monologo di Luciana Littizzetto. Qualche parola è doverosa sul contenuto di tale monologo, ancora una volta come ogni settimana infarcito di parolacce e volgarità gratuite, e di qualche spot sapiente piazzato qua e là (ieri sera di un famoso deodorante) ma "senza fare nomi ché non si può" e di Mondo Convenienza.
Una dissertazione giocata interamente, come spesso accade, su allusioni falliche e disseminata di riferimenti alle "tette", alle "banane da assumere oralmente", agli "amici di Maria" (leggi testicoli), alla "puzza di sudore" (nella lunga prolusione sul deodorante di cui sopra), agli "sgonfiamenti del maschio", oltre al riciclo di una battuta che per una settimana intera aveva già fatto il giro dei social network circa le differenze tra la libreria di Salvini e quella della sede del Pd, per non parlare della satirica lettera di Marine Le Pen a Salvini "Le Pen Dur" (...). Monologo scandito come sempre dall'unica, immancabile - sguaiatissima - risata femminile in studio, presente in ogni puntata. Sincera come le risate registrate delle sitcom americane, ma assai più fastidiosa.
Lucianina ha un passato glorioso e con "spalle" quali la Gialappa's Band (sulle reti Mediaset) risultava quanto mai esilarante con i suoi personaggi strampalati quali Sabbry (in contraltare con l'amica--nemica Misery), Nives, la zingara Cloris con i mille figli chiamati come le auto che aveva rubato, l'umorale cinesina Ciao Ciciu e Lolita. L'irriverenza "birichina" di quei caratteri, nell'approdare alla Rai accanto a Fazio (non esattamente la migliore delle spalle), si è trasformata in volgarità spesso gratuita, e la parolaccia dissacratoria in triste espediente ultimo per strappare una risata (spesso l'unica, quella di cui sopra) quando la battuta precedente lascia indifferente la platea.
Come ha sottolineato Lucia Annunziata, Fazio è stato trattato ingiustamente rispetto ad altri colleghi, ma la stessa giornalista ha sottolineato come il conduttore ligure abbia aggirato una "legge dello Stato per non tagliarsi lo stipendio". E senz'altro, il compenso milionario della Littizzetto stride a maggior ragione, benché raggiunga il picco d'ascolti, con il ricorso a contenuti inadatti alla prima serata domenicale di Rai1, trasformata nella fiera del triviale doppio senso.
Nel trasloco di Che Tempo che Fa su Rai2, rete con minori aspettative di ascolti rispetto all'Ammiraglia, tali dubbi artifici per fare audience saranno abbandonati privilegiando contenuti di un'ironia più raffinata e magari più divertente? Ce lo auguriamo di cuore.