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La spada di Braveheart? Veniva dal Friuli! Del Tin: "Io e Mel Gibson..." FOTO
Oltre allo spadone venduto all’asta per 170.000 dollari, ha prodotto armi di scena per Kevin Costner, Harrison Ford, Steven Spielberg e tanti altri miti
Ci illustra un po’ il suo “catalogo”? Quali sono nello specifico i vostri prodotti e da dove provengono le richieste?
"Anche se occasionalmente riproduco ancora altri tipi di armi bianche, nel mio catalogo online ora ci sono solo spade, spadoni e pugnali di varie epoche. E’ diviso in sezioni in base al secolo. Attualmente inizia con le armi dei romani, poi dell’alto medioevo, con spade e pugnali medievali, del XVI, XVII secolo e anche alcuni spadini del XVIII secolo. Le richieste arrivano oltre che dall'Italia, da varie parti d'Europa, Stati Uniti e Canada. Ma occasionalmente mi sono pervenute anche da altri luoghi lontani come Australia, Nuova Zelanda, Israele, Taiwan e Thailandia. Ho fornito direttamente sia privati che rivenditori in varie zone del mondo. A volte anche musei, cinema e teatro".
Tempistica per la realizzazione di una spada?
"I tempi di realizzazione delle spade variano a seconda del tipo. Ci sono le più semplici come quelle medievali che richiedono solo alcune ore mentre altre più complesse anche uno o più giorni".
La Del Tin è un’azienda di tipo familiare?
"Si, piccolissima in dimensioni ma chi non mi conosce credo pensi alla Del Tin Armi Antiche come una grande azienda. Ora sono solo io, padre e fratelli non sono più con me. Nonostante ciò, negli anni sono stato in grado di soddisfare le commesse anche lavorando moltissime ore al giorno. Tutte le richieste mi arrivano perché sono conosciuto, anche con il passaparola e per la presenza delle mie armi tra i componenti dei gruppi storici. Questa è stata una buona forma di pubblicità e anche l’unica, perché io non faccio pubblicità."
Eccellenza artigianale del Friuli Venezia Giulia e d’Italia ovviamente. Il fatto di lavorare ancora tutto a mano non le impone però alcune restrizioni di tipo quantitativo?
"Certamente è così. Oggi non punto sulle grosse forniture. Non mi piace lavorare sulla quantità ma nella qualità delle mie opere. Mi è capitato a volte di ricevere richieste per forniture importanti come ad esempio quella di spadini per gli allievi sottoufficiali. In passato quando c’erano i miei fratelli con me (fino a 35 anni fa) accettavamo anche ordini di grosse forniture, ma allora c'era uno spirito molto diverso. Negli anni ho acquisito numerosi riconoscimenti ed onorificenze".
Il futuro della Del Tin come lo immagina?
"Pur avendo scelto di proseguire lavorando da solo nel mio laboratorio ci sono stati numerosi casi in cui il mio esempio è stato seguito anche all'estero. Spesso hanno tratto ispirazione dalle mie riproduzioni o addirittura le hanno copiate. Di tanto in tanto qualche giovane desideroso di intraprendere questo lavoro, sia per passione o semplicemente per fare qualcosa, viene da me e gli do qualche suggerimento. Poi ho dei nipoti ancora giovani che hanno manifestato il desiderio di “fare spade” da grandi".
Il termine giusto è “artigiano armaiolo”?
"Non è corretta la definizione di armaiolo. Per armaiolo si intende uno che produce armi, in particolar modo armi da fuoco. Quindi il termine più appropriato per definire la mia professione, come indicato alcuni anni fa da Confartigianato, potrebbe essere “Artigiano riproduttore di armi antiche”".
Ritornando ai film. Questi pezzi poi rimangono ai produttori o qualcosa ritorna a lei?
"Quando fornisco le mie riproduzioni per un film si tratta di vendita e non di noleggio e pertanto esse non tornano mai a casa. A volte i miei clienti segnalano la presenza di props di mia produzione vendute all’asta su internet. Ad esempio tre mesi fa un cliente tedesco ha visto la spada (fatta da me) del cavaliere nel film “Indiana Jones e l'Ultima Crociata” venduta ad un asta. Essendo egli un fan del personaggio interpretato da Harrison Ford ha voluto ordinarmi una spada uguale. Poi nel 2001 lo spadone di Braveheart e altre quattro spade usate in quel film furono vendute in America ad un asta di beneficenza devoluta ai bambini ammalati di Aids ad una cifra di 170.000 dollari".
Le sue opere sono esposte anche nei musei? Se sì dove?
"Oltre alle numerose mostre temporanee delle mie opere svoltesi in varie parti d’Italia a partire dal 1990 ci sono state anche forniture per musei. Ad esempio quella per il Royal Armouries Museum di Leeds a partire dalla sua apertura nel 1996, con numerose riproduzioni che furono usate per rievocazioni in apposite aree del museo, ma alcune di esse anche esposte nel museo accanto alle armi originali. Molte mie armi e armature sono presenti al castello di Gorizia, alcune al museo delle coltellerie di Maniago e qualcosa anche al Museo Stibbert a Firenze. Al museo di Alderney (Isole del Canale) è presente una mia riproduzione di spada che fu ritrovata nel relitto della nave inglese Mary Rose che affondò nel canale della Manica a metà ‘500. Per la ricostruzione della Royal Endeavour, la nave di Capitan Cook che è una sorta di museo galleggiante in grado di navigare in giro per il mondo, produssi una bella serie di sciabole da marina inglesi".