Economia

Esce "Il manifesto del lavoro": l'estratto in anteprima su affaritaliani.it

Leggi il capitolo "Democratizzare l’impresa", di Hélène Landemore, solo su affaritaliani.it

"Democratizzare l'impresa": l'estratto de "Il manifesto del lavoro" è solo su affaritaliani.it

Esistono ragioni intrinseche che depongono a favore della democratizzazione del lavoro: sono relative alla dignità umana delle/dei lavoratrici/tori, che non sono semplici “risorse”, e nemmeno “capitale” o “stock” umano, come si sente dire a volte, ma esseri umani a pieno titolo. In quanto tali meritano il rispetto della loro autonomia sia come lavoratrici/tori sia come cittadine/i. Senza necessariamente arrivare a dire che tutto il lavoro salariato rappresenta una forma di alienazione e persino di schiavitù, si può difendere l’idea che non ci dovrebbe essere “produzione” – di beni o servizi – senza una qualche forma di “rappresentanza” nelle decisioni relative all’organizzazione in cui si inserisce questa produzione. Ci sono anche ragioni strumentali a favore della democratizzazione del lavoro.

Possiamo aspettarci una maggiore intelligenza collettiva e quindi una migliore qualità del processo decisionale per l’organizzazione in questione. Dato che ci si sente investite/i di una responsabilità diversa dalla protezione del proprio posto di lavoro, le/i lavoratrici/tori in un’organizzazione democratizzata sono meno disposte/i a nascondere informazioni e a ridurre al minimo i propri sforzi. Inoltre, per la maggiore varietà delle informazioni, delle opinioni e delle competenze considerate a tutti i livelli della gerarchia, soprattutto ai vertici, il processo decisionale può solo migliorare, sebbene possa anche diventare più conflittuale e dispendioso in termini di tempo. Ciò che è vero per un’organizzazione lo è anche a rigor di logica per un semplice rapporto datrice/tore di lavoro-dipendente. Un’addetta alle pulizie o un giardiniere rispettata/o nella propria autonomia di essere umano farà probabilmente un lavoro migliore di chi è sottoposto a ordini rigorosi che la/lo privano d’iniziativa e le/gli impediscono di esprimersi con libertà. Decisioni migliori significano, prima di tutto, una performance economica che sia almeno pari, se non migliore, a quella delle organizzazioni non democratiche. È risaputo che le cooperative, gestite da rappresentanti delle/dei lavoratrici/tori, non sono per forza meno competitive a livello economico delle imprese convenzionali, al contrario. Decisioni migliori portano a prestazioni superiori basate su criteri meno limitati e tuttavia essenziali per la soddisfazione delle/dei lavoratrici/tori, che a sua volta influisce sulle prestazioni e sulla resilienza dell’organizzazione o della relazione. Esempi di questi effetti benefici della democratizzazione del lavoro includono: