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Esteri
Biden frena sulla ricandidatura al '24. Su Taiwan: "Se Cina attacca, agiremo"

Joe Biden ribadisce di volersi ricandidare  nel 2024 ma precisa di non aver assunto "una ferma decisione" 

In una lunga intervista rilasciata all'emittente televisiva "Cbs News" il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ribadisce da un lato la sua volontà a volersi ricandidare nel 2024, precisando però di non aver assunto "una ferma decisione" in merito. Una parziale frenata legata  forse anche all'età: Biden tra due anni avrebbe iinfatti 81 anni. Sin dal suo insediamento il tema della sua età avanzata, unita ad episodi di apparente calo di lucidità, hanno spinto infatti diversi esponenti del Partito democratico a non appoggiare esplicitamente l'ipotesi di una sua ricandidatura. Nelle scorse settimane, però, Biden ha rinsaldato la sua presa sul Partito democratico e interrotto l'emorragia di consensi nei sondaggi con una dura campagna in vista delle elezioni di medio termine, incentrata su uno scontro retorico molto forte col Partito repubblicano.

Nell'intervista, Biden ha fatto riferimento alla questione legata a Taiwan, ribadendo che in caso di invasione cinese gli Stati Uniti interverrebbero  in difesa di Taipei. Biden  ha infatti chiarito che in caso di guerra a Taiwan, l'intervento della prima potenza mondiale sarebbe diretto, contrariamente a quanto sta accadendo in Ucraina. Biden ha inoltre affermato che  "c'è già stato un attacco senza precedenti", un'apparente riferimento alle vaste manovre militari che la Cina ha intrapreso attorno all'isola il mese scorso.

Ad una richiesta di chiarimento, la Casa Bianca ha affermato che le parole del presidente non implicano nessun cambiamento nella politica Usa relativa a Taiwan: "Il presidente si è già espresso prima d'ora, non ultimo in occasione della sua visita a Tokyo all'inizio di quest'anno", ha dichiarato un portavoce della presidenza Usa. Durante l'intervista, Biden ha precisato che gli Stati Uniti continuano ad aderire alla politica della "Cina unica", e non prendono formalmente posizione a sostegno dell'indipendenza di Taiwan.

Il senatore Bob Menendez, esponente del Partito democratico e presidente della commissione Relazioni estere, ha dichiarato ieri che gli Stati Uniti "non cercano una guerra o un aumento delle tensioni con la Cina", ma devono rispondere consapevolmente alle "minacce esistenziali affrontate da Taiwan, aumentando il costo necessario a conquistare l'isola con la forza cosicche' tale proposito diventi troppo rischioso o irrealizzabile", ha affermato il senatore. Un membro repubblicano della commissione, Jim Risch, ha definito "imperativo" assumere iniziative tese a "rafforzare le capacita' di autodifesa di Taiwan prima che sia troppo tardi".  L'ambasciatrice di fatto di Taiwan a Washington, Hsiao Bi-khim, ha incontrato la scorsa settimana deciso di deputati internazionali favorevoli all'imposizione di sanzioni alla Cina in risposta alle pressioni militari subite dall'Isola.

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