Esteri

Biden, un piano audace di rilancio finanziato dall’aumento delle tasse

di Daniele Rosa

2 trilioni di dollari per rifare il paese, creare occupazione e superare la Cina

Mentre all’inizio della sua presidenza Donald Trump aveva fatto passare la più grande riduzione di tasse della storia americana ieri, all’inizio del suo mandato, Joe Biden ha proposto un piano audace per sostenere l’economia con l’aumento delle tasse sui ricchi e sulle imprese.

Un piano coraggioso che va a toccare il nervo scoperto dei repubblicani e che potrebbe passare al Congresso solo ora con il presidente che gode di grande popolarità per il suo formidabile lavoro contro il Coronavirus.

E il Presidente ha lanciato questa proposta di piano da due trilioni di dollari a Pittsburgh in Pennsylvania. Nello stesso luogo da dove era partita due anni fa la sua campagna alle presidenziali. Una città che è un’icona al centro della rivoluzione industriale del paese. Nella capitale dell’acciaio e delle miniere di carbone, ma anche il simbolo di una grande riconversione nella tecnologia e nella sanità.

Un piano davvero rivoluzionario per i recenti anni americani. Innovativo perchè  verrà finanziato non aumentando il deficit ma aumentando le tasse sui ricchi e sulle imprese.

Il primo colpo di Joe Biden è stato un piano per superare la pandemia, un pacchetto di stimoli da $ 1,9 trilioni. Il secondo è un programma per la ricostruzione e l'ammodernamento delle infrastrutture con investimenti in otto anni di duemila miliardi di dollari che creeranno milioni di posti di lavoro.

L'obiettivo è ricostruire strade, ponti, aeroporti o rete elettrica, molti degli anni Cinquanta, e modernizzare il Paese per affrontare meglio i cambiamenti climatici. Ma il vero obiettivo è mantenere la supremazia degli Stati Uniti contro la Cina.

Il Piano americano per l'occupazione ha detto il presidente è “il più grande piano di investimenti dalla seconda guerra mondiale, che creerà milioni di posti di lavoro ben pagati, ma ha ha una strada politica e legislativa tortuosa”.

Difficile perchè prevede un aumento dell'imposta sulle società dall'attuale 21% al 28%. L’opposizione repubblicana è scontata.

L'iniziativa prevede di stanziare 620.000 milioni di dollari nel settore dei trasporti per ammodernare oltre 32.000 chilometri di strade e autostrade e riparare circa 10.000 ponti in tutto il paese. Secondo l'associazione degli ingegneri civili, il 43% delle strade è in cattive condizioni, mentre il 42% dei 617.000 ponti ha almeno 50 anni. Il 7,5% di loro è strutturalmente carente.

Oltre alla rete stradale, è previsto l’ammodernamento della rete elettrica, l'approvvigionamento idrico o un accesso economico a Internet a banda larga.

Si vuole ricostruire anche due milioni di case ed edifici, scuole e asili; rafforzare l'economia dell'assistenza, con la creazione di posti di lavoro meglio retribuiti; rivitalizzare l'industria manifatturiera, garantire la fornitura di componenti essenziali e investire di più in ricerca e sviluppo.

E’ in programma poi la cosiddetta "rivoluzione dell'auto elettrica", che prevede, tra l'altro, di sostituire il 20% degli scuolabus con veicoli elettrici.

L'ambizioso obiettivo è il punto di partenza di una battaglia al Congresso dura ed incerta ma che metterà alla prova le capacità diplomatiche di Biden.

Nella mente di Biden due obiettivi: i colletti blu, quelli più colpiti dal graduale declino economico, dal disinvestimento e, infine, dalla pandemia; per lo più neri e latini, ma anche bianchi poco qualificati, che lavorano sodo, pagano le tasse e servono il loro paese e poi la sfida globale contro il rivale cinese. Il macro piano sulle infrastrutture e sull’occupazione ha chiuso Biden “ci permetterà di vincere la competizione contro la Cina”. La guerra al trono di paese numero uno del mondo è partita.