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Corea del Sud nel caos, dopo l'impeachment per il presidente a interim Han crolla la Borsa di Seul. Minata la credibilità politica-economica del Paese

Han era subentrato a Yoon Suk Yeol meno di due settimane fa dopo che il presidente della Repubblica era stato messo in stato di accusa in seguito al naufragato tentativo di introdurre la legge marziale

di Francesco Crippa

Corea del Sud nel caos tra l'impeachment del presidente ad interim Han Duk-soo e le incertezze economiche 

Con 192 voti favorevoli su 300, il Parlamento coreano ha chiesto l’impeachment del presidente reggente Han Duk-soo. Già primo ministro, Han era subentrato a Yoon Suk Yeol meno di due settimane fa dopo che il presidente della Repubblica era stato messo in stato di accusa in seguito al naufragato tentativo di introdurre la legge marziale.

La mossa era nell’aria. Già all’indomani dell’assunzione ad interim dei poteri presidenziali, il Partito democratico, che guida l’opposizione, aveva ventilato l’ipotesi di chiedere l’impeachment anche per Han, reputato corresponsabile della condotta di Yoon in quanto non avrebbe fatto nulla per fermarlo. Negli ultimi giorni si è aggiunta un’altra accusa: quella di intralciare il processo nei confronti di Yoon. Per giudicare il presidente eletto, infatti, la Corte costituzionale ha bisogno di essere al completo, cioè contare di nove membri. Ne mancavano tre e Han avrebbe fatto “resistenza” nell’accettare le nomine. Per Han si tratterebbe di una condotta legittima motivata dal fatto che un compito di questo tipo non spetta a un presidente facente funzioni. Per le opposizioni, invece, sarebbe un tentativo di dilatare i tempi del giudizio di Yoon per cercare in qualche modo di aiutarlo.

La mozione del Parlamento di Seoul non è stata priva di contestazioni. Il partito di governo, Poter al popolo, ha infatti protestato sulle modalità di voto, perché chiedere la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica serve una maggioranza qualificata dei due terzi, mentre per il primo ministro basta una maggioranza semplice. Nell’incertezza lasciata dalla Costituzione riguardo ai casi di primi ministri facente funzioni di presidente, l’Aula ha proceduto a votare a maggioranza semplice. Una decisione non approvata dai membri di Potere al popolo, che alla comunicazione dell’esito hanno accerchiato il podio accusando il Parlamento di “tirannia”.

Dal canto suo, Han si è prontamente fatto da parte. “Rispetto la decisione del Parlamento e per evitare ulteriore caos e incertezza sospenderò i miei incarichi in conformità alle leggi correnti”, ha comunicato. A succedergli sarà, secondo la legge, l’attuale ministro delle Finanze, Choi Sang-mok. In carica dal dicembre 2023, classe 1963, Choi il 17 dicembre aveva detto di essere “fortemente contrario” all’introduzione della legge marziale a causa degli effetti che avrebbe avuto sulla stabilità finanziaria della Corea, a oggi la quarta economia dell’Asia. Laurea in giurisprudenza all’Università nazionale di Seoul, una carriera politico-amministrativa spesa soprattutto nel dicastero di cui è a capo, Choi era del resto già alle prese con una situazione difficile in seguito al caos generato dalla mossa di Yoon. Il won, la moneta coreana, è caduto al livello più basso da 15 anni, mentre la Borsa di Seoul è crollata. Proprio per evitare di aggravare questa situazione nei giorni scorsi aveva invitato le opposizioni a ritirare la mozione contro Han, così da non danneggiare ulteriormente la credibilità economica del paese.

La richiesta di impeachment di Han è arrivata nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha celebrato la prima udienza per decidere se annullare l’impeachment di Yoon e quindi reintegrarlo oppure se rimuoverlo definitivamente dall’incarico. In questo secondo caso, la Corea del Sud dovrebbe andare al voto entro 60 giorni.

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