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Corea del Sud, tensione alle stelle dopo la revoca della legge marziale. Il presidente Yoon verso l'impeachment. La Borsa di Seul resiste al caos: chiude a -1,44%

di Redazione

Caos in Corea del Sud. Ieri il presidente Yoon ha prima dichiarato la legge marziale e poi fatto marcia indietro di fronte alle proteste di piazza e Parlamento. Il voto sull'impeachment è atteso in settimana

Corea del Sud, tensione alle stelle dopo la revoca della legge marziale. Il presidente Yoon verso l'impeachment

Caos in Corea del Sud. Ieri il presidente Yoon ha prima dichiarato la legge marziale e poi fatto marcia indietro di fronte alle proteste di piazza e Parlamento, accusato da Yoon di simpatizzare col Nord e paralizzare l'azione del governo. Maggioranza e opposizioni chiedono le dimissioni del presidente. I sindacati annunciano lo sciopero generale fino a che non le presenterà. I collaboratori di Yoon hanno già offerto le loro. Chiude in calo la Borsa di Seul. 

La diretta 

La Borsa di Seul resiste all'impatto della legge marziale: chiude a -1,44% 

La Borsa di Seul resiste all'impatto dello shock della legge marziale dichiarata nella tarda serata di martedì dal presidente Yoon Suk-yeol e rimossa nella notte dopo circa sei ore: l'indice Kospi cede l'1,44%, a 2.464 punti, risollevandosi dal minimo intraday a -2,3%. La tenuta è stata aiutata dalle misure d'emergenza varate dal ministero delle Finanze sulla "liquidità illimitata" per stabilizzare i mercati e dalla Banca centrale (BoK), soprattutto a difesa della valuta. Il won contro il dollaro ha perso circa l'1%, attestandosi a quota 1.410. 

Corea del Sud, voto su impeachment atteso in settimana 

Sei partiti di opposizione in Corea del Sud hanno deciso di accelerare il passo per la messa in stato d'accusa del presidente Yoon Suk-yeol dopo il caos della legge marziale durata appena sei ore, con il deposito della mozione di impeachment in Parlamento e la sua votazione ritenuta "possibile già entro la fine della settimana". Lo riportano i media di Seul.

La mozione depositata fa aumentare le pressioni su Yoon, tra le spinte a fare un passo indietro 'volontario' e quelle per costringerlo a dimettersi, dopo la legge marziale di appena sei ore durante le quali i militari hanno accerchiato e sono entrati nel Parlamento prima del voto unanime di revoca del provvedimento d'urgenza da parte dei deputati.

Mettere sotto accusa Yoon richiede il sostegno di due terzi del Parlamento, 200 sui 300 deputati totali, e poi il supporto di almeno sei giudici della Corte costituzionale. La mozione dovrebbe essere messa ai voti già venerdì 6 dicembre, ha riferito il deputato del partito Democratico Kim Yong-min, ma è anche possibile uno slittamento al 7 dicembre

Seul, i collaboratori del presidente Yoon offrono le dimissioni

I  collaboratori più stretti del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol hanno offerto le dimissioni dopo il caos provocato dalla dichiarazione e poi dalla revoca, appena sei ore dopo, della legge marziale nel corso della notte. "I collaboratori senior di Yoon si sono offerti di dimettersi in massa a causa della dichiarazione di legge marziale", ha riferito la Yonhap, senza fornire dettagli. Yoon, intanto, ha rinviato quella che sarebbe dovuta essere la sua prima apparizione pubblica dopo le turbolenze notturne: il meeting alle 10 locali in programma presso l'Ufficio presidenziale dedicato alla lotta alle droghe. 

Corea del Sud, sciopero generale dei sindacati fino alle dimissioni di Yoon

Il principale sindacato della Corea del Sud ha indetto uno "sciopero generale" fino alle dimissioni del presidente Yoon Seok Yeol che ieri sera ha annunciato la legge marziale salvo poi fare marcia indietro per la pressione del Parlamento e le massicce proteste di piazza. 

 

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