Esteri

Coronavirus. E’ da apocalisse la situazione nella città di New York.

di Daniele Rosa

Camion refrigerati fuori dagli ospedali per le vittime.

‘E’ un apocalisse’ sono le parole del dr.Ashley Bray, medico generico impegnato a New York nella lotta al virus al Elmhurst Hospital nel Queens. Uno degli ospedali in prima linea nella lotta al Coronavirus.

In sette ore il dottore ha dovuto fare tre compressioni toraciche per salvare la vita a un giovane di 38 anni, un uomo di 60 e una donna di 80, tutti purtroppo morti.

Nell’ospedale da 550 posti di terapia intensiva arrivano pazienti pazienti Covid-19 da altri ospedali ormai al collasso.

L’altoparlante che, all’interno dell’ospedale comunica ‘team 700’ è in continua funzione. Team 700 è il codice con cui si avverte che un paziente è a rischio di morte. Qualcuno, in attesa,muore prima di poter avere un letto.

Un campo refrigerato è parcheggiato fuori dall’ospedale per raccogliere le vittime.

Le tante vittime dello Stato, oggi oltre 7000 per un totale di contagi 162000. Qui , nella città che ha la più alta densità di persone per miglio quadrato, 27000, il Coronavirus ha fatto una strage.

Nella città gli ospedali stanno vivendo gli stessi strazianti picchi sopportati dalle strutture sanitarie di Italia, Cina e Spagna. Il numero di casi è superiore all’insieme di quelli dei tre Paesi.

Quasi 4000 pazienti sono ricoverati nella città e sono ormai allo stremo perchè i casi sono raddoppiati ogni due giorni per quattro giorni di fila. E servizi di catering esterni stanno provvedendo in modo solidale ad aiutare soprattutto gli ospedali pubblici.

Ospedali pubblici che aiutano le comunità più povere che muoiono nel Queens e ad Harlem.

Latini e afroamericani sembrano essere stati più colpiti rispetto ai bianchi probabilmente per due fattori: la mancanza di assicurazione sanitaria non ha mai permesso a molti di curarsi da patologie come diabete, problemi cardiovascolari e obesità ( fattori di rischio per la malattia) e il lavoro che per la maggior parte è dedicato a ristornati attività commerciali rimaste aperte nella pandemia.

E per far fronte alle nuove emergenze molti ospedali stanno modificando aree per dedicarle alla terapia intensiva o costruendone di nuove in tempi record.