Esteri

Elezioni Israele, verso un nuovo stallo. Netanyahu ha bisogno dei nazionalisti

I risultati del quarto voto in due anni in Israele. Likud primo ma maggioranza in bilico

ELEZIONI ISRAELE 2021, I PRIMI RISULTATI

Il Likud del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, conquista 31 seggi alle elezioni, si conferma primo partito e con l'aiuto del tecno-colono Naftali Bennett potrebbe raggiungere la maggioranza di 61 seggi necessaria per formare un governo di destra tra i piu' radicali che lo Stato ebraico abbia mai visto. I primi exit poll danno l'immagine di un Paese spaccato e dal futuro ancora incerto: al blocco di Bibi, insieme ai seggi del Likud, andrebbero i 16 dei partiti ultra-ortodossi (Shas a 9 e United Torah Judaism a 7), e i 7 seggi degli ultra-nazionalisti Religious Zionism.

ELEZIONI ISRAELE, NETANYAHU ARRIVA PRIMO MA HA BISOGNO DEL NAZIONALISTA BENNETT

A questi 54 seggi si presume che si aggiungeranno i 7 seggi di Yamina: Bennett, ex protege' di Netanyahu, ha passato la campagna elettorale a invocare un cambio al vertice del Paese ma non ha mai escluso di andare al governo con il leader del Likud; ha messo invece nero su bianco la promessa di non sedere in un esecutivo guidato dal centrista, Yair Lapid. E' proprio il tecno-colono l'ago della bilancia: il blocco anti-Netanyahu infatti totalizza 59 seggi.

ELEZIONI ISRAELE, I RISULTATI DI CENTRISTI E SINISTRA

I centristi di Yesh Atid ne conquistano 18, Blu e Bianco di Benny Gantz, i laburisti di Merav Michaeli e Yisrael Beiteinu di Avigdor Lieberman ne prendono 7, sei all'estrema sinistra di Meretz cosi' come a New Hope del conservatore Gideon Saar. La Lista Unita araba guadagna 8 seggi mentre Mansour Abbas fallisce la scommessa solitaria e il suo Ra'am non riesce a superare la soglia di sbarramento del 3,25%. Per avere i risultati definitivi bisognera' attendere venerdi', ha fatto sapere il direttore generale della Commissione elettorale centrale, Orly Adas.

ELEZIONI ISRAELE TEMPI LUNGHI PER LO SPOGLIO

Ad allungare i tempi, non e' solo lo spoglio delle schede di militari, detenuti e diplomatici nel mondo ma soprattutto quelle di pazienti Covid e in quarantena, la cui gestione complica le procedure. Lo spazio di manovra e' molto stretto, un paio di seggi fanno la differenza, quindi poche migliaia di voti di scarto possono dare chance concrete a uno o all'altro campo. Bassa l'affluenza alle urne, i dati sono stati inferiori all'ultima tornata elettorale del marzo 2020, e i peggiori dal 2009. Uno scenario previsto, e temuto da molti, in particolare da quei partiti che rischiano di non riuscire a superare la soglia di sbarramento del 3,25% e di restare fuori dalla Knesset.