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Esteri
Elezioni Turchia, Erdogan taglia le bollette per vincere. E minaccia il golpe
Un comizio pro Erdogan

Erdogan prova a vincere le elezioni in Turchia alzando salari e abbassando le bollette

Salari minimi, pensioni, energia e bollette ridotte per rivincere le elezioni. È questa la strategia del presidente turco Recep Tayyip Erdogan per allargare la propria base di consenso e guadagnare terreno in una difficile rincorsa a una riconferma che al momento sembra tutt'altro che scontata.

A poche ore dall'appuntamento con le urne Erdogan ha alzato il salario minimo dei dipendenti pubblici del 45%, portando a quasi 800 euro (15 mila lire turche) lo stipendio di chi è inquadrato al livello più basso delle gerarchie dell'impiego statale. Un provvedimento che riguarda direttamente circa 700 mila persone e che arriva con la promessa di ulteriori rialzi nel mese di Luglio. Una promessa chiaramente vincolata all'esito del voto.

Altro pilastro della strategia di Erdogan riguarda l'energia. Recentemente il presidente in carica ha rivendicato la scoperta di giacimenti di petrolio nell'est del Paese e dichiarato che la Turchia è "pronta a produrre 100 mila barili di petrolio al giorno". La dipendenza energetica dalle importazioni costituisce la prima voce di spesa per l'economia turca e i passi compiuti verso l'indipendenza economica rappresentano uno dei cavalli di battaglia di Erdogan, che per evitare problemi nell'approvvigionamento di gas ha stretto un accordo con Mosca con cui il pagamento dei debiti di Ankara a Gazprom sono stati posticipati e le forniture assicurate.

Messaggi non del tutto rassicuranti da ultimi comizi e profilo Twitter. Come riporta Repubblica: "«Portate i vostri cari a votare, lasciate che l’opposizione anneghi nel suo fango, noi continueremo a servire la nostra grande nazione». E giù un boato. La piazza dell’ultimo comizio prima del voto di domani straripa di suoi sostenitori. Ci sarà un «prezzo pesante da pagare» se vince l’opposizione, «non permetteremo che la nostra società venga scossa da stili di vita pervertiti come quelli Lgbtq+. Non lasciate che vinca il caos», incalza".

E poche ore prima Erdogan aveva consegnato al suo profilo twitter un messaggio ambiguo, prosegue Repubblica: "«Quando è necessario, come durante la notte del 15 luglio, rivendichiamo la nostra indipendenza e il nostro futuro anche a costo della nostra vita», «non getteremo un’ombra sulla volontà della nazione e sulla nostra democrazia», aveva scritto evocando il colpo di Stato fallito del 2016, gli scontri tra i militari golpisti e la popolazione scesa in strada".

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