Esteri
Usa 2020, caos sintomo di un modello al tramonto. Cina, Russia e Iran ridono
I rivali geopolitici osservano con gusto le proteste, i ricorsi e il guazzabuglio elettorale americano. Per rivendicare la fine del modello a stelle e strisce
I sondaggi sbagliati, Donald Trump che si auto proclama presidente in mezzo al riconteggio, le proteste e gli scontri in diverse città, i fan di Trump che assediano il centro elettorale in Arizona, il ricorso dei Repubblicani contro lo spoglio dei voti negli Stati chiave e l'ombra della Corte suprema che incombe. Le elezioni Usa 2020 restituiscono, agli occhi di molti rivali, uno "spettacolo" non edificante di caos. Non proprio un modello di democrazia a cui rifarsi, dunque.
E infatti i principali rivali geopolitici degli Usa ne stanno approfittando, più o meno esplicitamente o implicitamente, per prendersi gioco del processo elettorale americano e per convincere i propri cittadini (e non solo) che il modello Usa è ormai passato di moda. Succede in Cina, dove il direttore del Global Times continua a twittare per sottolineare le inefficienze del sistema democratico americano. Succede in Russia, e succede in Iran. Per queste tre capitali il caos americano rappresenta, così come aveva rappresentato Trump nel 2016, un sintomo di un modello in fase di disfacimento.
USA 2020: KHAMENEI IRONIZZA SU ELEZIONI, 'UNO SPETTACOLO, ECCO LA LORO DEMOCRAZIA'
La Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha ironizzato sullo "spettacolo" mostrato dai due sfidanti per la Casa Bianca, criticando il processo elettorale americano e le polemiche tra Trump e Biden. "Che spettacolo - ha twittato - Uno dice che è l'elezione più illegale nella storia degli Usa. Chi lo dice? Il presidente attualmente in carica. Il suo rivale sostiene che Trump intenda truccare l'elezioni. Questo è come sono le elezioni e la democrazia negli Stati Uniti".