Francia, En Marche vincerà le Politiche. Francia, a Macron tutto il potere
Francia, ecco i primi nomi della squadra di Macron
Emmanuel Macron raddoppia. Non solo - sondaggi alla mano - ha in tasca la vittoria al secondo turno delle Presidenziali in programma questa domenica, ma il suo movimento, En Marche, si prepara a stravincere le elezioni parlamentari che si terranno a giugno. Così l'ex banchiere della Rothschild nel giro di 45 giorni controllerà l'Eliseo, l'Assemblea Nazionale e il governo, nominando un premier di sua fiducia.
I SONDAGGI SULLE PARLAMENTARI DI GIUGNO - Nonostante "En Marche!" sia un movimento appena nato, dovrebbe riuscire ad ottenere la maggioranza in Parlamento ai danni dei partiti tradizionali in Francia. Questo il risultato di un sondaggio Opinionway, che assegna al partito di Emmanuel Macron fra 249 e 286 seggi, contro i 200-210 della destra. Il Front National otterrebbe fra i 15 e i 25 seggi, la sinistra socialista - che ha governato negli ultimi 5 anni - fra 28 e 43, quella radicale di Jean-Luc Melenchon fra 6 e 8.
I SONDAGGI SUL BALLOTTAGGIO DELLE PRESIDENZIALI - Al secondo turno delle presidenziali francesi, in programma per il 7 maggio, il candidato centrista Emmanuel Macron batterebbe la leader del Front national Marine Le Pen con il 62% dei consensi contro il 38% di Marine Le Pen. È quanto emerge dal sondaggio di Opinionway pubblicato oggi. Macron guadagna un punto rispetto a ieri, mentre Le Pen ne perde uno. Stando a un altro sondaggio Ipsos Sopra Steria, condotto per Radio France e France Television, il candidato centrista Emmanuel Macron vincerà il secondo turno delle presidenziali francesi con il 61,5% dei voti, contro il 28,5% della leader del Front national Marine Le Pen. Il sondaggio è stato realizzato il 4 maggio con interviste a 2.632 persone.
Da stanotte silenzio elettorale, l'entourage di Macron prepara già la festa. In caso di vittoria, i militanti saranno radunati domenica sera davanti alla Piramide del Louvre: un luogo simbolico a metà strada strada tra place de la Concorde (scelta da Sarkozy nel 2007) e Bastille (scelta da Hollande).
Circolano già nomi e ipotesi sul nuovo governo che dovrà essere annunciato la settimana prossima, composto in maggioranza da personaggi della società civile, ma anche da qualche veterano. Tra i papabili si parla dell’ex ministro centrista François Bayrou e dell’attuale ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. I tempi della transizione sono stretti. Hollande deve lasciare le chiavi dell’Eliseo al suo successore entro domenica 14 maggio.
Sono già cominciate invece le guerre interne nel Front National, con battute al veleno dei “vecchi” del partito contro la strategia di Marine Le Pen e del suo vicepresidente Florian Philippot. Qualcuno auspica un possibile avvicendamento della nipote Marion Maréchal alla testa del partito, per tornare alla linea “originale” del Fn quella più vicina al patriarca. Molto dipenderà dal risultato finale: se davvero Le Pen resterà sotto al 40% sarebbe davvero una débacle rispetto ai suoi obiettivi iniziali.
L’attesa dei risultati sarà accompagnata da alte misure di sicurezza. Si prevedono anche possibili scontri nella capitale. Un’informativa della polizia parla di possibili cortei di black bloc sia in caso di vittoria di Macron il “banchiere” sia ovviamente per la “fascista” Le Pen. E’ il segnale che la Francia del nuovo Presidente non sarà pacificata ma resterà molto divisa.
Oggi Le Pen in un'intervista a radio Rtl ha descritto la sua rabbia come un riflesso della rabbia che vede in tutta la Francia. Nell'ultimo giorno di campagna elettorale prima della votazione presidenziale di domenica, Le Pen ha detto: "Le mie parole non sono state altro che il riflesso della rabbia che esploderebbe in questo Paese". Poi ha criticato Macron come candidato dell'elite aggiungendo che i francesi ne "hanno abbastanza della propria situazione politica ed economica". Poi la fuga all'inglese insieme a Nicolas Dupont-Aignan dalla cattedrale di Reims. La candidata del Front National e il suo alleato di Debout la France hanno deciso di uscire da una porta secondaria per non affrontare la folla di giovani anti-Fn che si era assiepata fuori dallo storico edificio religioso.
La replica di Emmanuel Macron è stata l'opposto. La Francia, ha dichiarato oggi, deve trovare un destino comune e superare la rabbia che la sta dividendo. In un'intervista a Europe 1 radio, ha aggiunto che, se dovesse essere eletto, il suo dovere sarà quello di "garantire che il paese mantenga il suo equilibrio".
Il 23 aprile, Macron e Le Pen sono emersi come due vincitori al primo turno delle elezioni, pronti ad affrontare il ballottaggio. Macron ha vinto con un leggero vantaggio nel primo turno, dopo aver ricevuto il 24,01 per cento dei voti, mentre Le Pen ha ottenuto il 21,3 per cento.
Si prevede comunque un minimo storico di partecipazione al ballottaggio di domenica in Francia: stando ad un sondaggio Odoxa per France Info pubblicato oggi, alle urne dovrebbe infatti recarsi il 75% degli aventi diritto, il tasso più basso dal 1969, quando al ballottaggio che oppose George Pompidou de l'Union pour la défense de la République e Alain Poher del Centre démocrate andò a votare meno del 70% degli iscritti.
L'astensione è più alta tra i simpatizzanti dei partiti a sinistra del Ps, sostanzialmente gli Insoumis (34%) mentre raggiunge il 10% tra i simpatizzanti del Ps e il 28% tra quelli della destra, spiega l'istituto, ricordando che il leader di la France Insoumise Jean-Luc Mélenchon ha preferito non dare indicazioni di voto per il secondo turno.
Continuano le proteste contro Marine Le Pen a Parigi. Questa mattina con un blitz di Greenpeace sulla Tour Eiffel. Alcuni militanti dell'organizzazione non governativa si sono issati sul monumento simbolo di Parigi per dispiegare un gigantesco striscione anti Front National su cui è ben visibile la scritta 'Liberté, égalité, fraternité # Resist". A riferirne è stato un giornalista di France Inter, che sul sito la dichiarazione rilasciata dall'organizzazione: l'iniziativa è volta a "mettere in guardia contro il progetto di Marine Le Pen e ciò che rappresenta in termini di rischi per le associazioni e altro", ha dichiarato il direttore generale di Greenpeace France a Europe 1.