Esteri

Macron sempre più ricco col nucleare. Boom di import di energia da Parigi

di Lorenzo Lamperti

Mentre la Germania ferma i reattori e l'Italia stoppa sul nascere la discussione, la pragmatica Francia ride e ci guadagna

Il piano di Macron dovrebbe avere dei benefici interni, che il ministro dell'Economia Bruno Le Maire quantifica in 45 miliardi di ricchezza aggiuntiva. "Ogni euro investito in questo piano riporterà 1,50 euro di ricchezza aggiuntiva", ha stimato il ministro in una intervista a Le Parisien. I nuovi posti di lavoro, che Le Maire non ha quantificato, consentiranno di formare e qualificare dipendenti in nuove professioni" quali la sicurezza informatica, l'intelligenza artificiale o l'energia nucleare. Un piano che non piace a tutti, ovviamente. Il leader della sinistra, Jean-Luc Melenchon, ha sfidato Macron proprio sul nucleare.

Ma i benefici per la Francia potrebbe essere soprattutto nell'esportazione energetica. Già nei dati risalenti al 2019, il ruolo dell'energia francese era fondamentale e principale nel mix energetico dei paesi comunicati. Che piaccia o meno, il 13% dell'energia consumata nell'Ue due anni fa era coperta dalle fonti nucleari, addirittura il 32% considerando solo l'energia prodotta all'interno dell'Ue. Una quota letteralmente dominata dalla Francia. Mentre paesi come Germania e Belgio hanno deciso di rinunciare alle proprie centrali nucleari, la Francia raddoppia la scommessa sui reattori e passa all'incasso. Non è certo un caso che nel corso degli ultimi mesi l'import di energia necessaria a generare elettricità sia aumentato del 121% da Parigi, che soffre meno degli altri della crisi energetica globale e dell'aumento dei prezzi delle commodities.