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Esteri
Guerra Ucraina, Cina: "Subito tregua". Kiev: "Non cediamo alcun territorio"

Ucraina, Cina chiede tregua, Kiev dice no: "Non cederemo nessun territorio"

Li Hui, il rappresentante speciale cinese per la crisi ucraina, chiede la tregua immediata nella guerra in Ucraina. L'inviato cinese lo avrebbe detto durate il viaggio in Europa, giunto all'ultima tappa del suo lungo tour diplomatico, a Mosca, dove è in corso un incontro con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.    

Secondo le dichiarazioni di funzionari anonimi europei citati dal Wall Street Journal, Li Hui "ha chiesto un cessate il fuoco immediato in Ucraina con la Russia che conserva le sue nuove regioni". Li era stato in Ucraina, Polonia, Francia e Germania prima dell'arrivo in Russia, ed era stato nominato rappresentante speciale per gli affari Eurasiatici dal presidente cinese, Xi Jinping, dopo il colloquio avuto con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il mese scorso, il primo tra i due leader dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina.

Il congelamento del conflitto proposto dalla Cina avrebbe la conseguenza che i territori occupati resterebbero alla Russia in attesa di una soluzione politica. Ipotesi subito allontanata dall'Ucraina. "Qualsiasi 'scenario di compromesso' che preveda la NON liberazione di tutti i territori dell'Ucraina, di cui periodicamente parlano 'fonti anonime' nelle élite europee e americane, equivale ad ammettere la sconfitta della democrazia, la vittoria della Russia, la conservazione del regime di Putin e di conseguenza il forte aumento dei conflitti nella politica globale" ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak. 

Concetti ribaditi in un'intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. "La nostra “formula di pace” prevede come primo passo la completa rimozione dei gruppi armati russi dal territorio dell’Ucraina entro i confini del 1991. È ovvio che non sosterremo alcuna opzione che comporti concessioni territoriali. I cosiddetti scenari di “compromesso” non porterebbero alla pace ma alla prosecuzione della guerra e a un aumento significativo della pressione terroristica sull’Ucraina. Ma non solo. Vedremmo un’ulteriore militarizzazione della Russia e nuove aggressioni ad altri Stati".

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