Esteri

Hong Kong e Cina, governo spaccato. Il Pd dialoga con Wong e imbarazza il M5s

Lorenzo Lamperti

Valeria Fedeli partecipa all'incontro in Senato con Joshua Wong (in diretta Skype). E una risoluzione su Hong Kong può spaccare il governo sulla politica estera

Non solo manovra, ex Ilva, Alitalia e Mes. Tra i dossier più controversi sul tavolo del governo Conte bis se ne aggiunge un altro. Stavolta in materia di politica estera. Stiamo parlando, come già anticipato nelle scorse settimane, della questione Hong Kong e, in maniera più ampia, delle relazioni con la Cina. Proprio mentre la Lega ha assunto con grande decisione una linea anti Pechino (e in questi giorni una delegazione di parlamentari guidata da Gianmarco Centinaio è stata in visita a Taiwan), anche il Pd sembra prendere le distanze dalla non ingerenza in materia di politica estera portata avanti dal Movimento Cinque Stelle.

Ci sono due eventi sul calendario che possono fungere da detonatore dei rapporti tra M5s e Pd in materia di politica estera. Il primo è giovedì alle 13,30, quando alla Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama è in programma una conferenza stampa nella quale è previsto l'intervento in diretta Skype di Joshua Wong. Quello che è considerato uno dei leader della protesta di Hong Kong avrebbe dovuto essere presente fisicamenente ma dopo il veto all'espatrio deciso dai giudici non ha potuto imbarcarsi per il suo viaggio in Europa, che prevedeva anche altre tappe compresa una nel Regno Unito.

La novità è che nella lista dei senatori che prenderanno parte all'evento figura anche un membro della maggioranza, Valeria Fedeli del Pd. L'evento è stato organizzato da Fratelli d’Italia e dal Partito Radicale e promossa dal senatore di FdI e vicepresidente del Copasir, Adolfo Urso, da Laura Harth, rappresentante del Partito Radicale presso l'Onu e da Giulio Terzi di Sant'Agata, ambasciatore, già ministro degli Affari esteri. E prevede la partecipazione di questi parlamentari: Enrico Aimi e Lucio Malan (Forza Italia), Andrea Delmastro Delle Vedove, Federico Mollicone e Isabella Rauti (Fratelli d’Italia), Manuel Vescovi e Tony Iwobi (Lega). E, appunto, anche di Valeria Fedeli del Pd.

Un appuntamento che, oltre a mettere in evidenza la diversa linea all'interno della maggioranza sulla questione Hong Kong, potrebbe scatenare qualche rimostranza da parte di Pechino. Ma non è finita qui. Un secondo appuntamento è ancora più scivoloso sul tema per l'alleanza Pd-M5s. La prossima settimana infatti verrà presentata una risoluzione trasversale, promossa da Maurizio Lupi, proprio sui fatti di Hong Kong. E a presentarla ci sarà anche Lia Quartapelle del Pd, che nelle ultime ore ha attaccato duramente i partner di governo, definendo "inquietante" il fatto che il M5s "stia con la repressione". La risoluzione, se dovesse essere approvata, farà sì che l'Italia chiederà alle autorità di Hong Kong un'indagine indipendente sull'operato della polizia durante la crisi.

La temperatura tra alleati di governo in materia di Cina sembra dunque destinata ad alzarsi, anche perché il M5s non appare intenzionato ad abbandonare la propria linea di non ingerenza, rivendicata dal capogruppo alla Commissione Esteri del Senato Gianluca Ferrara in un'intervista ad Affaritaliani.it, Una linea che però non convince più il Pd, che comunque in passato sia nell'era Renzi sia nell'era Gentiloni era stato protagonista di importanti passi avanti nelle relazioni con la Cina. Il pericolo è che, ancora una volta, il governo italiano dia segnali discordanti e discontinui sia da una parte, Washington, sia dall'altra, Pechino appunto.

Se la speranza è quella di riuscire a restare nell'orbita geopolitica euroatlantica e allo stesso tempo sviluppare le relazioni diplomatiche e commerciali con il gigante d'Oriente ci sarebbe bisogno di una cosa che pare impossibile da trovare: una linea strategica (sì, strategica), comune.

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