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Israele, accordo per la tregua a Gaza: intesa in 3 fasi. Blinken: "Anp guidi con l'Onu il dopoguerra"

Atteso tra oggi e domani l'annuncio del cessate il fuoco a Gaza, secondo i media locali. La bozza d'accordo prevede tre fasi con una prima tregua di 42 giorni

di Redazione

Guerra Israele-Gaza, sì di Netanyahu alla tregua: "Ma liberino tutti i rapiti"

La tregua a Gaza è ormai vicina, ma l'unico aspetto chiaro dei negoziati tra Israele e Hamas, mediati da Stati Uniti, Qatar ed Egitto, riguarda la prima fase dell'accordo e il rilascio degli ostaggi. Secondo una bozza che potrebbe essere accettata da un momento all'altro, il primo dei 42 giorni di cessate il fuoco prevede la liberazione di tre donne civili e dei bambini Kfir e Ariel Bibas, di cui non si hanno notizie da oltre un anno e che, secondo Hamas, sono morti in un bombardamento israeliano con la madre Shiri.

Nella settimana successiva verranno liberate cinque soldatesse, insieme a un gruppo di ostaggi appartenenti alle categorie più vulnerabili, come donne, anziani e malati gravi, per un totale di 33 persone. Sebbene le autorità israeliane non abbiano confermato ufficialmente, si ritiene che la maggior parte degli ostaggi da rilasciare siano ancora vivi.

La seconda fase dell’accordo verrà discussa durante questo periodo. Nonostante il Qatar affermi che le principali controversie siano state risolte e che i dettagli dell’accordo siano in fase di definizione, resta il fatto che, almeno nella prima parte della tregua, rimarranno ancora prigionieri a Gaza 22 ostaggi israeliani vivi, 36 morti e i rapiti tailandesi e nepalesi. Nessun terrorista coinvolto nel massacro del 7 ottobre sarà rilasciato, come stabilito dal veto israeliano, né il corpo di Yahya Sinwar tornerà a Gaza. Nonostante ciò, fonti egiziane hanno fatto trapelare che Hamas ha dato il suo sì ufficioso al piano, aspettando però una risposta ufficiale da parte di Israele.

Nel frattempo, Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione d’urgenza con i vertici della sicurezza, ma non ha fatto dichiarazioni ufficiali. Tuttavia, attraverso i familiari degli ostaggi, ha fatto sapere che è pronto a un cessate il fuoco prolungato a condizione che tutti i rapiti vengano rilasciati. Secondo Netanyahu, la risposta di Hamas è attesa nelle prossime ore. Ha aggiunto che ogni notizia diffusa in questi giorni è solo speculazione.

Quando Donald Trump tornerà alla Casa Bianca, ha avvertito Netanyahu, "le regole del gioco cambieranno". Ogni violazione del cessate il fuoco sarà punita con una risposta dura e decisiva.

Nel corso della giornata, Netanyahu ha incontrato un altro gruppo di familiari degli ostaggi, ribadendo che gli accordi riguardano solo la prima fase e che ci sono grandi preoccupazioni per le fasi successive. Ha chiesto che non ci siano interruzioni tra una fase e l’altra dell'accordo e che la seconda parte inizi immediatamente al termine della prima.

Fonti palestinesi hanno riferito che i colloqui a Doha potrebbero concludersi oggi, con l'arrivo della delegazione della Jihad Islamica. Nel frattempo, alcuni collaboratori di Netanyahu hanno cercato di convincere il ministro ultradestra Bezalel Smotrich, contrario all'accordo, a sostenerlo o almeno ad evitare che il governo cadesse. In cambio, sarebbero previsti pacchetti di misure per rafforzare la presenza israeliana in Cisgiordania. I Paesi mediatori hanno informato Israele di un ritardo nella risposta ufficiale di Hamas, ma le fazioni coinvolte sembrano vicine a una conclusione. A Gaza, Hamas ha chiesto la mappa del ritiro delle forze israeliane dalla Striscia.

L'attesa è palpabile tra le famiglie degli ostaggi, che stanno manifestando a Tel Aviv e Gerusalemme. A Tel Aviv, Yoav Gallant, ex ministro della Difesa, ha dichiarato di sostenere l'accordo, criticando Smotrich e Ben Gvir per la loro opposizione. A Gerusalemme, invece, i sostenitori di Smotrich e Ben Gvir hanno marciato contro l'intesa. La tensione è alta e si spera che la risposta di Hamas arrivi nelle prossime ore, mentre le famiglie continuano ad aspettare.

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