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L'attentato ha rafforzato Trump. Per gli italiani Casa Bianca vicina
L'attentato a Trump

Sondaggio: chi sale e chi scende tra i partiti

Torniamo con il consueto appuntamento settimanale di Termometro Politico con il sondaggio riguardante i principali temi di attualità politica, sia interna che esterna. Chiaramente, il tema clou della settimana è stato l’attentato al candidato repubblicano Donald Trump. A questo evento dedichiamo tre domande su quattro. Infine, c’è modo di analizzare anche la querelle sull’intitolazione di Milano Malpensa all’ex cavaliere e patriarca del centrodestra, Silvio Berlusconi.

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Cominciamo, allora, da chi è il responsabile dell’attentato alla vita di Donald Trump. La gran parte del campione (addirittura il 61,8%) crede che si tratti del gesto di un ragazzo squilibrato, come già accaduto altre volte negli USA. A grande distanza, due risposte che invece attribuiscono la responsabilità dell’attentato alle élite economiche e finanziarie (10,1%) o agli stessi servizi segreti americani e all’amministrazione guidata da Joe Biden (7,7%). Solo un 2,6% ritiene che ci sia dietro lo zampino di nazioni ostili che puntano a destabilizzare gli USA. Infine, c’è una parte del campione che crede che si sia trattato di un auto-attentato vedendolo come un colpo di teatro escogitato dallo stesso Trump per acquisire consenso (12,9%).

 


 

Se già sulle responsabilità dell’attentato c’è un largo consenso, una maggioranza ancor più grande ritiene che questo attentato abbia decretato un allungo importante (se non decisivo) del candidato del GOP rispetto al presidente uscente. Per il 42,6%, quanto accaduto ingrandirà il suo vantaggio in modo determinante. Una percentuale simile di rispondenti (38,2%) conferma allo stesso modo che Trump ne trarrà un vantaggio, ma meno di quel che si pensa. Nel complesso, quindi, più di 8 rispondenti su 10 credono che il tycoon trarrà giovamento dal fallito attentato.

Dall’altra parte, un 14,3% crede che a questo punto della competizione gli elettori siano già molto polarizzati e che pertanto non cambierà molto. C’è solo una percentuale molto residuale (2,2%) che ritiene che il fallito attentato ai danni di Trump possa essere potenzialmente controproducente.

Chiudiamo la batteria di domande sul candidato repubblicano chiedendo se Trump sia stato troppo demonizzato in questi anni. Rispetto alle precedenti domande, qui c’è maggior eterogeneità. La risposta prevalente è che effettivamente “la sinistra americana e mondiale abbiano prodotto troppo odio nei confronti di Trump” (38,4%). Dall’altra parte segue, nel senso contrario, un 20,8% che ritiene di no e che anzi, verso Trump c’è stata troppa indulgenza da parte di media e politica, nonostante le condanne giudiziarie e i suoi atti antidemocratici. Una percentuale ancora maggiore (27,2%) assicura che sia stato proprio Trump a diffondere odio dal momento in cui è entrato in politica. La risposta meno gettonata è quella che vuole che Trump sia stato sì demonizzato, ma che “negli USA è qualcosa di normale, non ha subito un trattamento particolare” (10,4%).

 


 

Chiudiamo la batteria di domande politiche con la querelle sull’aeroporto di Milano-Malpensa dedicato ufficialmente alla memoria del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Le risposte sono per lo più negative ma si nota, in generale, una forte polarizzazione.

Per il 42,2% “si tratta di una scelta scellerata, Berlusconi rappresenta l’illegalità e ha sempre peggiorato l’immagine dell’Italia. Dovrebbe essere revocata”. Segue, però, un buon numero di persone (30,8% del campione) che crede che sia stata una scelta corretta, in quanto “è stata una delle figure più importanti in Italia negli ultimi 30 anni ed è normale che gli si dedichi un aeroporto di primo piano”.
Sono le “vie di mezzo” che non generano tanto appeal. C’è infatti un 10% che è d’accordo con l’intitolare l’aeroporto a Berlusconi, ma che capisce “chi si oppone essendo stato anche un leader divisivo”.
Al 14,7% c’è chi non condivide la scelta ma e che “altre figure sarebbero state più meritevoli, però trovo le attuali proteste esagerate”.

Sondaggi elettorali TP e fiducia in Giorgia Meloni:
Chiudiamo con le intenzioni di voto e la fiducia nella premier Meloni. Rispetto alla passata settimana si notano movimenti più marcati. Il PD scende di 0,3 punti e sale, nella stessa misura, il M5S, che torna al 9,9% (percentuale già ottenuta alle europee). Anche la Lega perde lo 0,3% e perde terreno rispetto ai forzisti. Bene AVS che torna a salire al di sopra del 7%. Matteo Renzi e Michele Santoro, invece, continuano a battagliare sulla soglia del 2%. Azione di Calenda al 3,1% (-0,1% rispetto a 7 giorni fa) naviga ai limiti della soglia di sbarramento.

 


 





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