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Libero il "torturatore di migranti" Almasri, rimpatriato in Libia per un "cavillo burocratico"

Subito rimpatriato in Libia per un "cavillo burocratico" il generale a capo del terribile carcere di Mitiga, vicino Tripoli

di Redazione Esteri

Almasri scarcerato, il giallo della liberazione e l'immediato rimpatrio in Libia

Scoppia un nuovo caso in Italia per una scarcerazione, dopo la vicenda che ha coinvolto Cecilia Sala e lo scambio con l'ingegnere iraniano Abedini, prima arrestato nel nostro Paese e poi liberato, esplode il giallo della scarcerazione di un generale libico. I casi sono separati naturalmente ma la questione torna d'attualità per la decisione presa dal ministro Carlo Nordio. Si è trattato - in base a quanto risulta a Il Corriere della Sera - di un "arresto irrituale", non seguito da un'ulteriore richiesta di arresto di iniziativa del ministro della Giustizia, Nordio. È questo, secondo quanto riportato nell’ordinanza della Corte d’Appello di Roma, il motivo per il quale ieri sera è stato scarcerato, e subito espulso e rimpatriato in Libia, Najeem Osema Almasri Habish, fermato domenica scorsa a Torino in esecuzione di un mandato di arresto della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini contro l’umanità.

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È lui - prosegue Il Corriere - il direttore del terribile carcere di Mitiga, vicino a Tripoli, tristemente noto per le torture subite dai migranti. E secondo la Corte penale internazionale che ne chiede l’ergastolo. Almasri è responsabile di crimini compiuti lì dentro sin dal 2011. L’opposizione ora attacca. "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia", accusa Elly Schlein.

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