Esteri

Medio Oriente, Petraeus: "Se Houthi reagiscono nuovi attacchi e guerra estesa"

Il generale Petraeus: "Dal Libano alla Siria, tanti fronti ad alto rischio. A Gaza il conflitto durerà molti mesi". Biden: "Ho mandato un messaggio all'Iran"

Il generale Petraeus: "Se gli Houthi reagiscono vedremo nuovi attacchi"

Se gli Houthi dovessero attaccare ancora "possono aspettarsi ulteriori attacchi dalla coalizione a guida americana, che sicuramente ha ora ottime informazioni di intelligence sulle loro basi, sui depositi di stoccaggio, le postazioni di lancio e così via». A dirlo, in un'intervista al Corriere della Sera, è il generale americano David Petraeus. «Gli Houthi hanno già detto che risponderanno, è probabile che vedremo nuovi attacchi da parte loro. Ma non sappiamo ancora l’entità dei danni inflitti al loro arsenale di missili e droni.

I raid sono stati significativi: ben più di 100 munizioni contro una sessantina di obiettivi in 16 diversi siti. E il danno dev’essere stato considerevole, anche se sospetto che il processo di valutazione dell’impatto delle bombe sia ancora in fase di finalizzazione" ha aggiunto il militare americano. Petraeus ha quindi sottolineato i rischi di un'escalation: "Dipendono più che altro da azioni specifiche e valutazioni in quelle aree anziché da quello che sta avvenendo nel Mar Rosso. Continuo a dubitare che l’Hezbollah libanese voglia provocare una azione più ampia da parte di Israele, dopo il modo in cui è stata martellata nel 2006. Ma il potenziale per l’escalation c’è, come pure in Iraq e in Siria».

Quanto durerà la guerra a Gaza? «Molti, molti mesi - ha risposto Petraes - . Dipenderà da quale sarà la riduzione delle forze israeliane che svolgono le operazioni per distruggere Hamas, smantellarne il ramo politico, salvare gli ostaggi. Tutto ciò, in un contesto urbano estremamente difficile e contro un nemico che non indossa uniformi, che usa i civili come scudi umani, che tiene in mano oltre 100 ostaggi e ha centinaia di miglia di tunnel e di strutture sotterranee in aree urbane densamente popolate». 

Biden: "Raid in risposta ad attacchi. Ho mandato un messaggio all'Iran"

"Su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d'acqua più vitali del mondo". Lo rende noto il presidente Joe Biden in una nota, spiegando che questa è la "risposta diretta agli attacchi Houthi" e che non esiterà "a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario". Poi, a una domanda dei giornalisti se intendesse inviare un messaggio al regime di Teheran, ha detto: "Ho già mandato un messaggio all'Iran. Mi assicurerò di rispondere agli Houthi se continueranno questo comportamento oltraggioso".

Mosca: "Usa e Gb hanno violato la Carta dell'Onu"

La Russia ha denunciato la "palese aggressione" da parte di Usa e Regno Unito sul territorio dello Yemen. "Si tratta dell'aggressione armata di un gruppo di paesi contro un altro paese, e non ha nulla in comune con l'auto difesa", ha detto l'ambasciatore di Mosca all'Onu Vassily Nebenzia durante la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza. Nebenzia ha accusato Usa e Gran Bretagna di aver violato l'articolo 2 della Carta Onu con la loro spedizione in Yemen contro le basi Houthi, quello che chiede ai membri di astenersi dall'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato. 

Mo: inviato Onu Yemen, 'tutte le parti esercitino moderazione'

L'inviato speciale dell'Onu per lo Yemen Hans Grundberg esprime preoccupazione per i recenti sviluppi nel Paese ed esorta "tutte le parti coinvolte ad esercitare la massima moderazione". In un dichiarazione diffusa dopo i raid condotti dagli Stati Uniti e Gb contro le postazioni dei ribelli Houthi, Grundberg ribadisce l'appello del segretario generale António Gueterres ad evitare azioni che "peggiorino la situazione nello Yemen, aumentino la minaccia per le rotte marittime commerciali o alimentino ulteriormente le tensioni regionali in questo momento critico".

L'inviato Onu sottolinea inoltre la necessità di "proteggere i civili yemeniti e salvaguardare i progressi degli sforzi per la pace" fatti dalla tregua dell'aprile del 2022. Grundberg nel comunicato evidenzia "con grave preoccupazione il contesto regionale sempre più precario e l'impatto negativo sugli sforzi di pace nello Yemen e la stabilità e sicurezza nella regione". E conclude esortando tutte la parti coinvolte "a dare priorità ai canali diplomatici rispetto all'opzione militare e alle richieste di de-escalation".