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Esteri
Nord Stream, col sabotaggio non ci perdono Russia-Usa ma solo l'Ue. Le ipotesi

Tutte le ipotesi sull'esplosione di Nord Stream nel Baltico

Ci guadagnano in tanti. di sicuro non l'Europa. L'esplosione del gasdotto Nord Stream nel Baltico crea diversi problemi. Gli incidenti sono avvenuti vicino alle acque territoriali di Bornholm, nel Mar Baltico, ma appena fuori dalle 12 miglia nautiche confine delle acque territoriali, il tipo di calibrazione che ci si potrebbe aspettare da un attore statale consapevole dell'appartenenza del Paese alla Nato. Ciò significa che se mai si appurasse si fosse trattato di un'azione deliberata di un paese esterno all'Alleanza Atlantica questa potrebbe configurarsi come un attacco a cui si sarebbe chiamati a rispondere.

Ciò che non è immediatamente chiaro è come sarebbe stato condotto l'attacco. Un sottomarino che avesse preso di mira i gasdotti avrebbe dovuto essere individuato nelle acque relativamente basse del Baltico, dove la profondità raramente supera i 100 metri. Ma non si parla di sottomarini dei paesi che stanno indagando sugli incidenti. Il Baltico non è nemmeno il luogo in cui avrebbe senso dispiegare i sottomarini Losharik in acque profonde, che potrebbero essere impiegati dai russi per tagliare i cavi di comunicazione che corrono in profondità sotto l'Atlantico, dove le acque hanno una profondità media di circa 3.500 metri.

Una fonte militare britannica citata dal The Guardian ha ipotizzato che le mine possano essere state posate discretamente da una nave commerciale camuffata e fatte esplodere giorni o settimane dopo. Si tratterebbe di un'operazione che dovrebbe essere stata condotta con una certa attenzione, ma non con risorse militari particolarmente specializzate. Una delle esplosioni ha misurato 2,3 gradi della scala Richter, che gli esperti danesi hanno descritto come in linea con una potente bomba della seconda guerra mondiale.

Ma al di là della dinamica, ora si stanno scatenando le ipotesi su chi sia stato. Sì, perché praticamente nessuno non pensa si sia trattato di un sabotaggio. "Abbiamo affrontato un atto di sabotaggio, non conosciamo tutti i dettagli di ciò che è accaduto, ma vediamo chiaramente che si tratta di un atto di sabotaggio, legato al prossimo passo di escalation della situazione in Ucraina", ha dichiarato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. La premier danese, Mette Frederiksen, ha affermato che le perdite sono dovute ad "atti deliberati" e "non a un incidente". Il ministro danese dell'Energia e del Clima, Dan Jorgensen, da parte sua ha stimato che le perdite dovrebbero durare "almeno una settimana", ovvero fino all'esaurimento del metano che fuoriesce dai tubi sottomarini. 

Avvertimento russo che evita così di pagare per i ricorsi europei? O piano Usa per recidere ultimo legame tra Ue e Mosca?

I primi sospetti si sono concentrati come appare ovvio sulla Russia. Se Mosca fosse dietro le esplosioni del Nord Stream, i funzionari del Cremlino potrebbero pensare di aver intrapreso una dimostrazione snervante. Ma in questa occasione la posta in gioco era relativamente bassa. Un alto funzionario ucraino ha parlato di un attacco russo per destabilizzare l'Europa, senza fornire prove. C'è chi sottolinea come l'esplosione rappresenti una causa di "forza maggiore" che impedisce il fluire di gas dalla Russia all'Europa senza possibilità che quest'ultima intenti cause per chiedere danni a Mosca sulla chiusura deliberata dei rubinetti da parte del Cremlino. Azioni in tal senso erano state già intraprese peraltro nelle scorse settimane.

Ma altri ritengono che visti i problemi in Ucraina, l'idea che Mosca osi fare un passo avanti prendendo di mira i gasdotti e i cavi sottomarini occidentali nel Mar Baltico e altrove sarebbe difficile da credere. C'è invece chi avanza l'ipotesi degli Stati Uniti. Un deputato polacco ha persino condiviso l'immagine dell'esplosione scrivendo "grazie Usa" su Twitter. In modo non ironico, visto che Varsavia è da sempre contraria al Nord Stream 2. 

C'è chi ricorda la frase di Joe Biden quando avvisava che Nord Stream 2 non sarebbe mai stato realizzato. Lo scorso 7 febbraio, poco prima dell'invasione, Biden disse in conferenza stampa: "Se la Russia invade... allora non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a tutto questo". Giornalista: "Ma come farete, esattamente, visto che... il progetto è sotto il controllo della Germania?". Biden: "Le prometto che saremo in grado di farlo". 

Gli Usa, che stanno per la prima volta esportando più gas della Russia verso l'Europa, vedevano come fumo negli occhi il gasdotto a livello strategico. Ora, tagliato il legame commerciale ed energetico tra Bruxelles e Mosca, possono ulteriormente aumentare il loro peso economico e diplomatico. Ma da qui a sostenere che il gasdotto sia stato bombardato proprio da Washington ce ne passa.

Intanto, ci sono timori anche sui cavi internet sottomarini e i gasdotti norvegesi che hanno in larga parte sostituito quelli russi dall'inizio della guerra. Asset fondamentali per l'approvvigionamento energetico e per la connessione internet europea che sono esposti ad altri azioni aggressive, di chiunque esse siano.

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