Esteri
Papa Francesco da Orban: esalta l'Ungheria e prende le distanze da Bruxelles
Bergoglio a Budapest. Allineamento col premier sovranista su Ucraina e gender: "L'Europa non sia una realtà fluida". Complimenti anche sui migranti
Bergoglio a Budapest: complimenti all'Ungheria per l'accoglienza dei migranti e bacchettate a Bruxelles sulla guerra
Papa Francesco è a Budapest e sembra dimostrare una buona intesa con Viktor Orban. Secondo Il Foglio, "il Vaticano esalta il paese di Orbán e marca la distanza da Bruxelles, in particolare con il riconoscimento che l’Ungheria è uno dei paesi che più fa sul fronte migratorio". Ma anche sulla guerra, come il premier ungherese, chiede sforzi per la pace e basta armi. Allineamento anche sul gender: "L'Europa non sia una realtà fluida. Persone e popoli al centro".
"Tornano a ruggire i nazionalismi", l'Europa non sia "preda di populismi" e non segua l'"infantilismo bellico" ma lavori affinché vi siano "sforzi creativi" per la pace. Papa Francesco, nel suo primo discorso pubblico a Budapest, davanti alle autorità e alla società civile dell'Ungheria, dopo i colloqui privati con il presidente della Repubblica Katalin Novak (25 minuti) e il premier Viktor Orban (20 minuti) ha messo in guardia la politica che pare "abbia come effetto quello di infiammare gli animi anziché di risolvere i problemi, dimentica della maturità raggiunta dopo gli orrori della guerra e regredita a una sorta di infantilismo bellico". E critica la cultura gender e "l'insensato 'diritto all'aborto'", sempre "tragica sconfitta".
Bergoglio come Orban sulla cultura gender e l'aborto: "L'Europa non sia fluida"
"Nel mondo in cui viviamo la passione per la politica comunitaria e per la multilateralità sembra un bel ricordo del passato - ha sottolineato il Pontefice -: pare di assistere al triste tramonto del sogno corale di pace, mentre si fanno spazio i solisti della guerra". In generale, "sembra essersi disgregato negli animi l’entusiasmo di edificare una comunità delle nazioni pacifica e stabile, mentre si marcano le zone, si segnano le differenze, tornano a ruggire i nazionalismi e si esasperano giudizi e toni nei confronti degli altri". Ma la pace, ha avvertito, "non verrà mai dal perseguimento dei propri interessi strategici, bensì da politiche capaci di guardare all’insieme, allo sviluppo di tutti: attente alle persone, ai poveri e al domani; non solo al potere, ai guadagni e alle opportunità del presente".
Francesco ha richiamato quindi l'Europa a ritrovare la sua "anima", "l'entusiasmo e il sogno dei padri fondatori", capaci "di ricucire l'unità, non di allargare gli strappi". E ha citato De Gasperi e Schuman che sottolineava la necessità di "sforzi creativi" per salvaguardare la pace. "In questa fase storica i pericoli sono tanti; ma, mi chiedo - ha continuato il Papa -, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace?".
"Basta con l'infantilismo bellico. L'Europa non sia fluida ma centrata sui popoli"
"Anche l’Europa dei ventisette, costruita per creare ponti tra le nazioni, necessita del contributo di tutti senza sminuire la singolarità di alcuno", ha rimarcato Francesco. "Penso dunque a un’Europa che non sia ostaggio delle parti, diventando preda di populismi autoreferenziali, ma che nemmeno si trasformi in una realtà fluida, se non gassosa, in una sorta di sovranazionalismo astratto, dimentico della vita dei popoli", ha affermato. "È questa la via nefasta delle 'colonizzazioni ideologiche' - la sua critica -, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender, o antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato 'diritto all’aborto', che è sempre una tragica sconfitta".
"Che bello invece costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siano politiche effettive per la natalità e la famiglia - abbiamo Paesi in Europa con l’età media di 46-48 anni -, perseguite con attenzione in questo Paese, dove nazioni diverse siano una famiglia in cui si custodiscono la crescita e la singolarità di ciascuno", ha poi aggiunto.
Ringraziando le autorità ungheresi "per il sostegno concreto a tanti cristiani provati nel mondo, specialmente in Siria e in Libano", Francesco ha poi ricordato come sia importante "una sana laicità, che non scada nel laicismo" e sul tema dell'accoglienza ha richiamato l'Europa all'urgenza di "lavorare a vie sicure e legali" per i migranti, "a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà".
Nel pomeriggio invece, nell'incontro con il clero, Bergoglio ha messo in guardia dalle "due tentazioni" della Chiesa: "il disfattismo catastrofico e il conformismo mondano" ricordando che "siamo chiamati a un’accoglienza con profezia". L'avvertimento è di "non cadere nella mondanità", il peggio che può accadere. "E' un paganesimo soft" perché "anestetizza", ha spiegato. E ancora il monito a non lasciare entrare "le ideologie". "La vita di fede, l’atto di fede non può essere ridotto a ideologia: questo è del diavolo", ha precisato. Come pure il chiacchiericcio che "sembra una cosa tanto bella", "una caramella di zucchero" che però porta alla "strada della distruzione".