Esteri
Usa, polizia uccide nero a St. Louis. Scoppia protesta
La polizia ha sparato ed ucciso un afroamericano a St. Louis, scatenando le proteste della folla, dieci giorni dopo il primo anniversario di Ferguson, diventata il simbolo delle violenze contro i neri. Il capo della polizia di St. Louis, Sam Dotson, ha spiegato che la sparatoria e' avvenuta durante un'irruzione in un'abitazione, quando un sospetto ha puntato una pistola contro un agente che ha reagito, sparando quattro colpi, uccidendolo. La spiegazione non e' bastata ad impedire manifestazioni di protesta della gente scesa in piazza.
"I detective stavano cercando armi e persone pericolose - ha precisato Dotson - gente che aveva commesso crimini nel quartiere". Per ricordare l'uccisione del giovane teenager disarmato di colore, Michael Brown, da parte della polizia a Ferguson il 9 agosto del 2014, la zona di St. Louis e' stata inondata di manifestanti in occasione del primo anniversario. L'afroamericano ucciso dalla polizia e' stato identificato: si tratta del 18enne Mansur Ball-Bey. Tra i manifestanti che si sono radunati subito dopo la sparatoria, 3 sono finiti in manette con l'accusa di aver bloccato il traffico, secondo quanto reso noto dagli agenti. Secondo la tv locale Ksdk, alcuni manifestanti avrebbero tirato sassi contro le forze dell'ordine che hanno risposto con i lacrimogeni. La Fox ha mostrato immagini della polizia schierata in formazioni anti sommossa e di materassi bruciati. Il capo della polizia Dotson ha reso noto che la pistola impugnata dalla vittima era rubata e che sulla scena dell'incidente e' stata rinvenuta della cocaina. Gli agenti coinvolti nella sparatoria erano tutti bianchi, di eta' compresa tra i 33 e il 29 anni, tutti con circa 7 anni di esperienza.