Esteri
Usa, Trump ‘difende' chi ammazza e non ricorda la vittime afroamericane
La ‘difesa’ del 17enne bianco che ha colpito a morte due giovani
'Mentre stava cercando di scappare dagli aggressori è caduto e lo hanno attaccato molto violentemente. Credo che fosse in grave pericolo. Probabilmente lo avrebbero ammazzato’ così si è espresso Donald Trump nei confronti del giovane Kyle Rittenhouse, diciassettenne bianco arrestato con l’accusa di aver ammazzato due persone e ferito una terza con un fucile d’assalto durante le manifestazioni a Kenosha nel Wisconsin.
Oggi il Presidente sarà proprio nella piccola città di 100000 abitanti nel Wisconsin, uno degli Stati chiave ai fini elettorali. Secondo Kayleigh McEnany, la battagliera portavoce della Casa Blanca, Trump ha pianificato incontri con membri della città e con gli imprenditori per valutare i danni occorsi alla città. Ma il Presidente non ha in programma nessun incontro con i familiari del giovane Blake paralizzato per colpa della polizia.
Sentendo la difesa del Presidente vale la pena ricordare come la sensibilità del tycoon non si sia in primis rivolta nemmeno per un secondo ai due giovani morti e come secondo durante due mesi non sia riuscita a fargli nominare (solo una volta senza alcun commento), George Floyd, l’afroamericano di 46 anni ucciso da un agente a Minneapolis. Senza parlare di Jacob Blake, colpito proprio a Kenosha da un agente con sette colpi di pistola davanti ai suoi bambini.
Rittenhouse, un fan del Presidente, secondo quanto confermato dal suo profilo era andato nella città dalla vicina Antioch nell’Illinois. Ci era andato rispondendo all’invito della milizia cittadina di Kenosha che aveva chiesto a civili di venire armati per aiutare la polizia a ‘risolvere’ le proteste.
Già di per sè la richiesta di questi miliziani suona un 'tantino stonata’ ma è utile ricordare come le proteste, all’inizio, pacifiche erano partite dall'ennesima brutalità della polizia contro un altro afroamericano, Jacob Blake. Poi nella seconda notte sono degenerate, come spesso accaduto , in saccheggi, incendi, violenze e atti vandalici.
Il giovane Rittenhouse ha risposto all’invito di ‘ Law & Order’ molto più che alla lettera. Si è portato un fucile d’assalto detenuto illegalmente, si è messo nel mezzo della manifestazione ottenendo, come si vede da alcuni video, il ringraziamento della polizia.
E anche questo è un altro punto che dovrebbe far pensare a fondo qualsiasi persona che abbia chiaro in testa i concetti di diritti, legalità e doveri.
Il giovane si è sentito così contento del conforto della polizia che ha sparato uccidendo e ferendo. Per questo gli stessi agenti che lo avevano ringraziato lo hanno arrestato con diverse accuse tra cui omicidio involontario, omicidio colposo e tentativo di omicidio.
Ormai è chiara la strategia del Presidente da qui alle elezioni. Dimenticare la pandemia e la disastrosa gestione e far leva invece sulla paura della gente rispetto ai disordini e alle violenze. ‘Io sono la legge, con gli altri il caos’ questa la semplice sintesi trumpiana. Una sintesi che però lo ha rifatto risalire nei consensi fino ad un solo punto da Joe Biden.
Biden che, dal canto suo, ha risposto accusando il repubblicano di aver fomentato la violenza durante gli anni. ’Questo Presidente-ha detto Biden-ha rinunciato da tempo ad essere la guida morale del Paese. Non puo’ fermare la violenza perchè l'ha tenuta accesa per anni’.
Nel comunicato sull’accaduto Biden ha sottolineato che 'questa notte il Presidente ha rifiutato di condannare la violenza. Nè tantomeno si è smarcato da uno dei suoi supporter accusato di aver assassinato due persone. Egli è troppo debole, ha troppo paura dell’odio che ha provocato e non sa come farlo finire’.