Esteri
Venezuela, un milione e 700mila Bolivar non bastano per un chilo di farina
L’iperinflazione stellare si sta mangiando il paese e i venezuelani
La disastrata economia venezuelana continua ad essere soffocata tra un’inflazione gigantesca e una susseguente carenza di liquidità. E così il governo di Nicolás Maduro ha deciso di emettere nuovi tagli di carta moneta: tre differenti biglietti da 200.000, 500.000 e 1 milione di Bolivar.
Sarà questa la prima volta di tagli così alti. Le monete, per quanto comunicato dal Banco Centrale Venezuelano, saranno identiche nel disegno ma differenziate solo per colore e taglio. In questa drammatica battaglia contro l’iperinflazione nell’agosto del 2018 il paese, una volta tra i più ricchi al mondo, aveva effettuato una riconversione valutaria togliendo ben cinque zeri dal Bolivar.
A quell’epoca la banconota di taglio più alto che circolava era il Bolivar sovrano da 500, equivalente a circa otto euro.
Ora, la nuova banconota da un milione di Bolivar, vale appena 50 centesimi, un valore che, negli Stati Uniti, è praticamente inesistente.
Il mostro inflattivo sta mangiando l'economia venezuelana dal 2017 in una maniera così vorace che le tre nuove banconote non sono sufficienti per comprare un chilo di farina di mais. La nuavi emissione è solo un palliativo che cerca di ovviare alla mancanza di danaro spicciolo necessario per operazioni di base come viaggiare con i mezzi pubblici. Ma questa operazione rimane però soltanto un tampone temporaneo per rimandare un’altra conversione che porterebbe, in automatico, ad una nuova svalutazione.
Il quotidiano economico dei venezuelani è, a due anni dall'ultima riconversione, sempre più complicato per gli importi impossibili di danaro da gestire e leggere.
I registratori di cassa delle imprese non hanno la capacità di elaborare così tanti zeri, quindi è diventato usuale pagare un mercato per pochi prodotti in più operazioni in quanto la spesa puo’ superare i 100 milioni di Bolivar.
Avere il contante per pagare il viaggio in autobus da casa al lavoro significa per quasi tutti andare in banca per due giorni, a causa delle restrizioni applicate alla consegna della carta moneta.
Le banche infatti possono dare fino a un massimo di 400mila Bolivar al giorno mentre la maggior parte dei bancomat sono fuori servizio.
La carenza fisica di moneta e carta non si ferma a causa della quantità di denaro che il governo di Maduro continua ad iniettare nell'economia senza copertura per arginare la spesa pubblica e il pagamento di bonus a lavoratori pubblici e pensionati. Una sorta di “reddito di cittadinanza” che, in parte compensa il salario minimo, inferiore a un dollaro al mese.
In appena sette anni il calo della produzione petrolifera, le forti sanzioni internazionali e la gestione irresponsabile del leader hanno messo sul lastrico l’intera economia del paese.
Immune a questo disastri il dittatore continua a raccontare ai venezuelani un film diverso dalla realtà. In questo caso aveva annunciato di voler implementare un'economia digitale in risposta all'iperinflazione del Bolivar. "Ci muoveremo verso l'apertura di conti che ci consentiranno di regolarizzare, rafforzare e rinvigorire la nostra moneta”.
Ma ormai praticamente tutti hanno capito che il chavismo e la sua massima espressione Nicolas Maduro sono le cause della distruzione del paese controllato soltanto dalle forze militari pagate dal Governo.