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Migliori Evo e Bio d'Italia: Aprol Campania ne seleziona 46 per Gambero Rosso

Eduardo Cagnazzi

Una vera Caporetto per l'olivicoltura nazionale ma la qualità è alta. Il Piano "Salvaolio" di Coldiretti difende il panel test come strumento di valutazione

Per mezza Italia la stagione olivicola è stata una vera Caporetto. Lo è stata difficile anche per la Campania che ha però registrato un’alta qualità delle produzioni. Al punto che alla selezione dei migliori extravergine per la Guida Oli d’Italia 2019, a cura di Gambero Rosso, Aprol Campania ne ha selezionato 46: 14 provenienti da Avellino, 13 da Benevento, 11 da Salerno, 7 da Caserta e uno da Napoli. Il test, guidato da Maria Luisa Ambrosino, capo panel della Camera di commercio di Napoli, con la supervisione della referente di Gambero Rosso Adele Chiagano, era composto da esperti, scelti tra i tecnici di Aprol e gli assaggiatori accreditati presso l’ente camerale partenopeo. Tra i quarantasei candidati, il panel test ha selezionato un numero significativo di oli Evo che parteciperanno alla finale nazionale di Roma, prevista a fine gennaio.

Gli extravergine che hanno partecipato al panel test rappresentano uno spaccato della produzione olivicola regionale. Forte la presenza di oli a denominazione di origine e biologici, con una netta prevalenza di monovarietali. Quello che emerge con evidenza -sottolinea Aprol Campania- è l’alto livello qualitativo dell’olio extravergine prodotto nella nostra regione nonostante l’annata difficile, flagellata dal freddo e dalle gelate che hanno colpito le olive già in settembre e ottobre. La produzione dell’annata 2018/2019, come nel resto d’Italia, risulta ridimensionata rispetto all’anno precedente. Nei dati ufficiali aggiornati sul Sian -sistema informativo agricolo nazionale- la produzione 2018 è stimata in circa 6 mila tonnellate di olio, a fronte delle 19 mila del 2017/2018. Una situazione su cui Coldiretti ha presentato il suo piano “Salvaolio” in dieci punti, tra cui la difesa del panel test come strumento necessario per la classificazione e valutazione delle caratteristiche organolettiche degli oli di oliva, al fine di tutelare i produttori di oli di qualità ed i consumatori.

 

La Campania possiede oltre 74 mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. Le principali varietà olivicole campane sono: l'Ogliarola, la Marinese e la Ravece in provincia di Avellino; l'Ortice, l'Ortolana e la Racioppella in provincia di Benevento; l'Asprinia, la Tonda, la Caiazzana e la Sessana in provincia di Caserta; l'Olivo da olio (detta anche Cecinella o Minucciolo) in penisola Sorrentina, Napoli; la Rotondella, la Carpellese, la Nostrale, la Salella, la Biancolilla e la Pisciottana in provincia di Salerno. A queste autoctone vanno aggiunte varietà come il Leccino e il Frantoio, che pur non essendo autoctone sono presenti da lungo tempo in varie zone della regione. L’olio nuovo esprime al meglio le proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo. In Campania sono cinque le Dop: Cilento, Colline Salernitane, Irpinia - Colline dell'Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche.